La sera prima star a Umbria Jazz e poche ore dopo sul palco di piazza Verdi a Trieste per TriesteLovesJazz: anche questi piccoli miracoli riescono al giovane festival triestino, che ancora una volta si onora di personaggi di livello assoluto, una tra le più interessanti personalità del contemporaneo scenario musicale. Si tratta di Dobet Gnahorè, cantante, danzatrice e percussionista della Costa d’Avorio. È a tutti gli effetti la nuova grande voce dell’Africa: interpreta le proprie composizioni in differenti lingue africane – Betè, Fon, Baoulè, Lingala, Wolof, Malinkè, Mina e Bambara, oltre che in francese e in inglese, in una miscela di elementi sonori e ritmici, dalle melodie mandingue alla rumba congolese, dal ziglibiti ivoriano al bikoutsi camerunense, dall’hig-life ghanese ai cori zulu, dai canti betè ai canti pigmei centrafricani. È un’artista magnetica, dalla voce calda e possente ed ha una superba presenza scenica costruita in anni di lavoro teatrale e coreografico. Le sue performance lasciano a bocca aperta: voce, danza, ogni tipo di percussione, chitarra e altri piccoli strumenti compongono una vitale tavolozza di colori.
Lunedì sera invece tocca a Riccardo Fioravanti “Duke’s Flower” feat. Daniele Raimondi e i giovani Loosebites con Giovanni Falzone come special Guest:
Lunedì 21 luglio TriesteLovesJazz non si riposa dopo la carnale performance dell’ivoriana Gnahorè, e prosegue con un doppio progetto.
Il primo progetto, dedicato a Duke Ellington (“Duke’s Flower”), porta il nome del bassista Riccardo Fioravanti che per l’occasione si affianca alla tromba ed effetti di Daniele Raimondi. La lunga e prestigiosa carriera di Riccardo Fioravanti si sviluppa su piani paralleli: il senso artistico, la grande versatilità e le alte capacità professionali lo portano a lavorare con alcuni dei migliori jazzisti italiani e stranieri ma anche a collaborare con innumerevoli artisti e produzioni nel mondo del pop. A questo progetto, ispirato a una delle pagine più importanti della storia del jazz, partecipa il giovane trombettista Daniele Raimondi che, formatosi musicalmente a Trieste, è ormai considerato come uno dei più interessati jazzisti della nuova generazione. Accanto a loro Roberto Cecchetto (chitarre, efx) e Alessandro Rossi (drums).
A seguire uno stacco tutto giovanile con i “Loosebites”, formato da un nucleo di giovani musicisti della regione, tra i più talentuosi e promettenti, che nell’ecletticità e nell’energia trovano un comune denominatore di grande impatto. Così si presentano: cosa viene fuori mettendo nel frullatore i Radiohead, Miles Davis e la drum’n’bass? Il risultato è semplice: Loosebites! Si collocano trasversalmente rispetto a stili e linguaggi e si propongono di mescolare i diversi influssi provenienti dal mondo del jazz, del rock e della musica elettronica. Ad accompagnare i Loosebites c’è a Trieste un ospite d’eccezione:Giovanni Falzone, una delle migliori trombe del panorama jazzistico italiano. Con lo stesso ospite quest’anno registreranno il loro album di debutto che hanno deciso di finanziare lanciando una campagna di crowdfunding. Anche in questo i ragazzi dei Loosebites si distinguono e meritano attenzione ed ascolto: chi assiste al concerto può in qualche modo mettere un piccolo tassello (attraverso il crowdfunding, una spontanea raccolta di fondi) perché nuovi talenti abbiano la possibilità di esprimersi e perché la cultura e la creatività possano essere sempre sostenute anche “dal basso”, dai fruitori: una nuova mentalità che sta prendendo sempre più piede e che non potrà che agevolare le nuove espressività artistiche.