Con Vincenzo Amato, Lambert Wilson e Giovanna Mezzogiorno. Segue brindisi offerto dall’Azienda Agricola Vicentini Orgnani
Pordenone, 23 settembre 2014
Mercoledì 24 settembre Cinemazero ospita la proiezione del nuovo film di Ferdinando Vicentini Orgnani, “Vinodentro”, alla presenza del regista. Alla fine della proiezione ci sarà un brindisi con i vini offerti dall’Azienda Agricola Vicentini Orgnani di Valeriano. Liberamente ispirato al romanzo di Fabio Marcotto, “Vinodentro” può contare su contributi tecnici di lusso come la fotografia di Dante Spinotti e l’ispirata colonna sonora di Paolo Fresu. Lo splendido trailer grafico porta, invece, la firma del disegnatore pordenonese Emanuele Barison (Diabolik, Zagor).
Questa commedia noir, che ha saputo conquistare lodevoli critiche dalla stampa nazionale, ha portato l’esperienza formativa del regista nato tra i vigneti friulani anche davanti alla macchina da presa. «Da diversi anni – racconta Vicentini Orgnani – pensavo a una storia che gravitasse intorno al mondo del vino, non soltanto per mettere a frutto un vantaggio di conoscenza che biograficamente mi ritrovo ad avere, ma anche perché ero e sono convinto che un film italiano sull’argomento possa interessare un pubblico molto ampio anche fuori dai nostri confini». E ancora: «Spero che Vinodentro possa raccontare al pubblico qualcosa di nuovo su un prodotto di consumo quotidiano per milioni di persone, svelandone il fascino e la mitologia, lontano dagli stereotipi e dalle imprecisioni che spesso il cinema ha usato avvicinandosi a questo tema». “Vinodentro” è un prodotto curioso, il cui concept non può che suscitare simpatia. Il film di Ferdinando Vicentini Orgnani, infatti, è una sorta di commedia noir con elementi onirici, che sceglie la singolare ambientazione nel mondo dell’enologia per riflettere sul sogno, sulla percezione e sui suoi confini, sulla fascinazione per la scoperta di un universo, e sui rischi che questo porta con sé. Il tono è a tratti surreale, a tratti umoristico e volutamente sopra le righe, a tratti caricato con accenti da mistery: il racconto si svolge in flashback, mentre ascoltiamo, insieme al commissario interpretato da Pietro Sermonti, la storia raccontata dal protagonista, un Vincenzo Amato a cui neanche noi sappiamo, inizialmente, se dar credito. La struttura è non cronologica, quasi un monologo interiore del protagonista, che ricostruisce a ritroso gli eventi che lo hanno portato alla rottura con sua moglie, che ha il volto di Giovanna Mezzogiorno; eventi legati al suo incontro con l’enigmatico Professore (un efficace Lambert Wilson) e con i suoi tre discepoli (dai nomi emblematici: Luca, Marco e Matteo), alla sua folgorazione per il mondo della degustazione dei vini, alla sua trasformazione da timido impiegato di banca a spavaldo e arrogante uomo di potere.
La metafora faustiana è scoperta, così come il provocatorio contrasto con i tratti cristologici del personaggio di Wilson e del suo gruppo, e la natura di femme fatale della misteriosa sconosciuta, che forse non esiste (ma ha comunque il volto di Daniela Virgilio). L’iniziale mood da commedia digrada sempre più nel thriller, mentre i possibili riscontri al racconto del protagonista vengono neutralizzati ad uno ad uno dalla sceneggiatura.