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SPLENDIDA APERTURA DELLA STAGIONE TEATRALE DEL ROSSETTI CON FINIS TERRAE DI ANTONIO CALENDA

Come va visto questo “Finis Terrae”, andato in scena al Teatro Rossetti come finestra di apertura della nuova stagione 2014-2015?  DSC_0647

La prima impressione è quella di un pugno alla bocca dello stomaco verso l’ipocrisia e l’indifferenza …per come questo dramma scenico sull’immigrazione e  la tolleranza vengono rappresentate dalla  regia di Antonio Calenda, nonché ideatore del progetto, scritto con abilità di  di battute ironiche e dialoghi profondi con parentesi di vera liricità drammatica, da  Gianni Clementi.  Raccontare spettacoli meravigliosi come quello a cui abbiamo assistito ieri sera  è sempre un rischio.  Si rischia di cadere nella banalizzazione, perché crediamo che spettacoli  con un testo che affronta da un’angolazione particolare e non scontata i temi attualissimi e dolorosi dell’immigrazione, della diffidenza e del pregiudizio, dell’accoglienza.con problematiche  così attuali  e  con la leggerezza espressa in scena vanno visti,  e vissuti. La tragica realtà della migrazione dei popoli in sofferenza, per fame, guerre, povertà, vengono rappresentati come un atto di accusa, ma con una venata poesia e una speranza di soluzione contro l’indifferenza dei ben benpensanti. Spettacolo di denuncia verso una indifferenza che ci coinvolge un po’ tutti e da cui non siamo capaci di uscirne ricco di contenuti alti, morali, etici. Bravissimi in scena Nicola Pistoia, Paolo TriestinoDSC_0154 due attori di grande comunicabilità, abilità e sincerità di tempi.  La povertà materiale e quella spirituale, di valori, di umanità; la dignità e la discriminazione, la guerra e l’accoglienza, il bisogno imperioso di speranza… è infatti in questi temi il nucleo profondo di Finis Terrae. Si tratta di un apologo sulla povertà, sul destino degli ultimi della terra, perseguitati, forzati alla migrazione sulle nostre coste, dove troveranno però una realtà corrotta dalla superficialità e dalla cultura del benessere e del consumo. Una realtà in cui un uomo vale per quanto possiede e non per ciò che è, e dove nella dilagante indifferenza e nella costante insoddisfazione sta andando perduto il senso della responsabilità e della compassione. Coinvolgente è l’arrivo notturno dei profughi uscenti dal mare, tutti in possesso di una croce i cui elementi posizionati sulla sabbia formeranno lo scheletro-prigione di una imbarcazione. La presenza di questi personaggi di colore creano in scena  ciò ché Calenda ha saputo amalgamare con  cambi di situazioni, dal quotidiano al metaforico, consegnando agli interpreti tutte le potenzialità espressive per  la dovuta dialettica di scontro con noi “civilizzati” che sono veri  pugni nello stomaco ben evidenziati anche in un’ omelia recente di Papa Francesco contro l’indifferenza e la paura dell’altro. Un discorso di ammirazione  è quello che dobbiamo rilevare per il  gruppo africano(del Senegal, del Mali, del Burkina Fasu)  di musicisti, attori, danzatori, interpreti, cantanti, composto da otto elementi, e da una interprete femminile DSC_0761di colore, personaggio portatore di un prossimo parto in coincidenza con la notte di Natale, proprio con la nascita di Gesù, spazio temporale in cui si dipana la storia di due contrabbandieri in attesa di una refurtiva da ritirare in riva al mare, quando arriva la tragedia dei migranti. Gianni Clemente è stato abile nelL’amalgamare nel montaggio delle scene momenti ilari, ironici, necessari per mantenere una complicità col pubblico e far passare il messaggio di rilevante importanza in un racconto non facile da trasportare su un palcoscenico, ma dove il risultato finale risulta entusiasmante.  Grazie alle luci di Nino Napoletano,  e l’ambientazione ideata dallo scenografo  Paolo Giovanazzi  con costumi in armonia con le scene di Domenico Franchi. Il pubblico, è apparso attento e coinvolto, ed  ha poi vissuto con entusiasmo il momento finale musicale offerto dal gruppo africano, fantastico e coinvolgente nella loro esibizione. Applausi sentiti e prolungati.  Il regista Antonio Calenda sceglie la drammaturgia di un autore contemporaneo di notevole interesse  come Gianni Clemente e – nei ruoli dei protagonisti – interpreti di comprovato talento e in profonda sintonia come Nicola Pistoia e Paolo Triestino, a cui si affiancano Francesco Benedetto e Ismaila Mbaye, Ashai Lombardo Arop, Moustapha Dembélé, Moustapha Mbengue, Djibril Gningue, Ousmane Coulibaly, Inoussa Dembele, Elhadji Djibril Mbaye, Moussa Mbaye  assieme  per affrontare, fra onirismo e lancinante verità, temi contemporanei attraverso il senso d’ironia e una malinconia esistenziale alta e placata.

Giovedì 23 ottobre alle ore 17.30 al Café Rossetti si terrà un incontro con la compagnia di Finis Terrae sui temi dello spettacolo: saranno presenti il regista Antonio Calenda, l’autore Gianni Clementi, Nicola Pistoia e Paolo Triestino e tutti gli interpreti e musicisti dello spettacolo.L’ingresso sarà libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

 

Enrico LIOTTI

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About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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