Si aprirà venerdì 31 ottobre il cartellone musicale della 23^ edizione del Festival internazionale di Musica Sacra dedicato quest’anno a “L’antico nel nuovo”: una programmazione come sempre curata dai musicologi Franco Calabretto ed Eddi De Nadai e coordinata dalla presidente CICP Maria Francesca Vassallo, di scena a Pordenone fino a domenica 30 novembre fra il Duomo Concattedrale San Marco e il Centro culturale Casa Zanussi, per iniziativa del PEC e del CICP – Centro Iniziative Culturali di Pordenone. «Un poker di proposte – spiegano i direttori artistici – ispirate da un “atto d’amore” verso la grande tradizione musicale occidentale: un flusso ininterrotto che ha portato a noi oggi infiniti capolavori e antichi saperi da custodire e tramandare». Ingresso libero, informazioni presso CICP tel. 0434 553205 – [email protected] –www.centroculturapordenone.it
«Nella ricerca di un confronto tra nuovo e antico – spiegano ancora i curatori – l’edizione 2014 del Festival proporrà da un lato alcuni capolavori della tradizione musicale europea rinascimentale e barocca, dall’altro una panoramica della produzione contemporanea (il Novecento storico, fino ai giorni nostri), sempre nel segno di un linguaggio che si ispira alla spiritualità quando non addirittura alla stessa forma musicale sacra». Esempio chiarissimo di queste scelte sarà proprio il concerto inaugurale, affidato venerdì sera (ore 20.45, Duomo Concattedrale San
Marco) ad una delle più celebri e autorevoli formazioni da camera europee, l’Ottetto Sloveno, composto dai Tenori Primi Vladimir Cadez, Rajko Meserko, dai Tenori Secondi Marjan Trcek, Janez Triler, dai Baritoni Joze Vidic, Darko Vidic ed infine dai Bassi Janko Volcansek, Matej Voje. Attivo da 60 anni, l’Ottetto resta un riferimento fra i più ammirati nella scena musicale internazionale. In esclusiva nazionale a Pordenone, dunque, lo Slovenski Oktet si esibirà su musiche di Jacobus Gallus, Hans Leo Hassler, Francis Poulenc, Vytautas. Miškinis, Morten Lauridsen, Arvo Pärt: mettendo quindi a confronto le più grandi pagine della polifonia tardo-rinascimentale con quelle dei maggiori compositori per coro del Novecento.
Si proseguirà domenica 16 novembre (ore 20.45, Duomo Concattedrale San Marco) con due artisti di altissimo livello internazionale, Carlo Teodoro violoncello e Germano Scurti bayan. Il loro concerto riprenderà “Il nuovo, l’antico” su musiche di J. S.
Bach, S. Gubajdulina, A. Pärt. Riecheggeranno così ora la mistica perfezione matematica della scrittura bachiana, ora la straziante disperazione una tra le molte artiste che furono dissidenti nell’ex URSS in brani che si ispirano al simbolo della Croce, ora la mistica essenzialità della scrittura di Arvo Pärt, antesignano di uno stile compositivo contemporaneo che guarda all’antico. Ancora musica vocale, nella formazione più maestosa del Coro, con il raffinato progetto dell’Officium Consort, domenica 23 novembre. Diretta da Walter Testolin e Alessandro Drigo ne “La scrittura per doppio coro a 4 secoli di distanza”, la celebre formazione presenterà un concerto costantemente sospeso fra Antico e Moderno: un nuovo progetto in cui si mettono a confronto due stili di scrittura per doppio coro, distanti tra loro la bellezza di quattro secoli. A suggellare il cartellone, domenica 30 novembre (ore 11.00, Auditorium Centro Culturale Casa A. Zanussi) sarà il Quartetto d’Archi della Radiotelevisione albanese, impegnato in un parallelo tra titani: Beethoven e Shostakovich, con due quartetti esemplari. Il Quartetto op. 132 di Beethoven visionario, intriso di religiosità e sobria contemplazione della vita, ed il n.8 di Shostakovich altrettanto enigmatico ma in chiave tragica, dedicato “alle vittime del fascismo e della guerra”, con richiami velati alla sofferenza del popolo ebraico.