Nuovo allestimento presso la sala dedicata alle “Arti del Fuoco” del Museo Etnografico del Friuli
Il Museo Etnografico del Friuli, nell’ambito della rotazione annuale rivolta a valorizzare il proprio patrimonio e ricerche in corso, propone un nuovo allestimento sul tema della ceramica e in particolare sulla storia di una suppellettile da mensa, la ciotola.L’esposizione, Crudo&cotto. La fortuna della ciotola. Dagli scavi di via Brenari al design Galvani, è visitabile a partire dal 21 ottobre nella sala delle “Arti del Fuoco”, spazio museale dedicato alle manifatture legate alla capacità trasformatrice della materia a contatto con il fuoco: i metalli, la ceramica e il vetro.La ciotola è un manufatto di antica storia, utilizzato lungo i secoli per l’uso alimentare, ma anche di speziali, per raccogliere la spillatura della botte, miscelare ingredienti.
Presso il Museo Etnografico durante scavi (in via Brenari e in via Grazzano) sono emersi esempi di antiche botteghe rinascimentali e settecentesce; ma con l’ottocento l’uso della terraglia ha favorito la massima diffusione di questa suppellettile con decori gradevoli e forme svariate. I “creps” – com’erano denominati in friulano – erano venduti nei mercati e proprio in via Zanon c’erano gli ambulanti che sui loro teli stendevano la merce. Di paese in paese giravano anche i “conciabrocche” che provvedevano a riparare le stoviglie incrinate. Le fabbriche per laterizi un po’ dappertutto accanto a tegole e coppi provvedevano anche a infornate di scodelle, terrine. Famose fra sette – ottocento quelle cariche realizzate a Cella di Ovaro e a Cercivento. Della semplice scodella la fabbrica Galvani, con la produzione di Angelo Simonetto, nei primi decenni del ‘900 ne ha fatto un raffinato oggetto di design.
All’esposizione ha contribuito con la sua donazione al Museo il sig. Geremia Nonini e prossimamente vi sarà anche un calendario di incontri per far conoscere l’arte e la storia di questa ceramica.