Trieste 22.11.2014 : “Triestiner. Storie di triestini che vivono a London” ha debuttato ieri al Teatro Bobbio, dove resterà in scena fino al prossimo 30 novembre. Lo spettacolo ispirato all’omonimo libro di libro Massimiliano Forza e messo in scena insieme al regista di Giuseppe Emiliani, era in prima nazionale con il teatro pieno, forse per la novità, forse perché parlava di Trieste e delle sue genti: i triestini appunto. Tutto è immaginato secondo la descrizione del regista come “l’idea di un vecchio regista che vuole mettere in scena quello che gli sta raccontando, con grande partecipazione emotiva, un giovane triestino”.
La storia si presenta come surreale e poetica di una piccola comunità di triestini che a Londra conducono una sorta di esistenza ai margini della città , in un rione malandato che sembra rivivere i patemi e le gioie di giovani bohémien. Appare quasi surreale l’esistenza di questi personaggi che sembrano incapaci di affrontare la realtà e se ne creano una del tutto personale, vivendo e percependo Londra quasi fosse Trieste. Tutti i loro sforzi sono dedicati a replicare ogni particolare della quotidianità triestina, ritrovandola trasfigurata in una tassonomia personale che li riporta sempre lì, a Trieste, città amata/odiata ma di cui parlano di continuo, quasi con tanto trasporto che temporalmente non si capisce più se si è a Londra o a Trieste. Nascono così insanabili e gustose contraddizioni, metro di misura del mondo, della superficialità e del disamore e della noia. Il riadattamento scenico, del libro di Massimiliano Forza, sotto la regia firmata e condotta da Giuseppe Emiliani ha riportato il racconto sul palco con l’occhio e lo stile di chi fa il regista da tanto tempo. Secondo il regista – ” Il romanzo è una poetica allegoria sulla triestinità” -” Il narratore ricorda e rivive quel periodo condiviso con i suoi inseparabili amici: – continua il regista – un vivace gruppetto di triestiner indolenti, sfaccendati, scanzonati, simpatici, in perenne fuga da Trieste, città imbalsamata… Trieste vissuta come amata e odiata matrigna. Trieste città-nido da cui si vuole scappare. Triestiner in perenne fuga, fragili, incapaci di trovare un luogo di serenità. Lo spettacolo si sforza di dare forma a personaggi perennemente in fuga o in attesa. Personaggi che vivono in perenne attesa che qualcosa della loro vita cambi. Uomini e donne sradicati dalla natia Trieste che ancora si illudono di trovar un luogo felice dove vivere, sistemazione che neanche a Cadice, dove a volte si recano per evadere da Londra, riescono a trovare per la serenità del vivere che cercano , ma che non trovano perché “malati dentro”. Il racconto parlato molto in dialetto triestino e con dialoghi in italiano è chiaro e semplice, ed anche ad un non cittadino della città giuliana è facile capire il fraseggio tra il narratore e l’anziano regista. Era necessario conservare il dialetto per trasmettere allo spettatore una lingua vivace, pieni di colori e sfumature. Il semplice fatto che I triestiner di Massimiliano Forza pur essendo a London non rinunciano a parlare il loro dialetto è segno della loro impossibilità di tagliare quel cordone ombelicale linguistico che li lega indissolubilmente a Trieste. Per loro stare a Londra o in qualsiasi altra città sarebbe la stessa cosa. Ovunque vivrebbero la nostalgia del ritorno e, nello stesso tempo, il desiderio di fuga. Il pubblico può anche assaporare le storie d’amore che sono il filo conduttore della trasposizione scenica del libro di Sforza, e come declama Nicodemo (il vecchio regista che vuol mettere in scena il racconto) …“Amori de ieri e de oggi, storie che no mori mai, storie che quando te son in leto e no te arivi a dormir, le xe la con ti, appese al tuo respiro, ferme in gola…” Questo spettacolo con la regia di Giuseppe Emiliani è stato affidato al talento di Ariella Reggio e Virgilio Zernitz affiancati da Paolo Fagiolo, Marzia Postogna, Francesco Godina, Gualtiero Giorgini, Franko Korosec, Myriam Cosotti e Laura Antonini. Le scene e i costumi sono di Andrea Stanisci, le musiche originali sono di Massimiliano Forza con gli arrangiamenti di Fabio Valdemarin, il disegno luci è di Bruno Guastini.
Lo spettacolo rimane in scena, con delle repliche fuori abbonamento, fino a domenica 30, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, martedì e festivi 16.30, riposo giovedì 27. Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 – orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 – orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il sito www.contrada.it.
ENRICO LIOTTI