Domenica 23 novembre al Teatro Due di Parma (intero €. 18,00, ridotto €. 15,00, biglietti e prevendite Teatro Due 0521 230242) ParmaJazz Frontiere propone l’attesissimo Steve Coleman & Five Elements: Steve Coleman ai sassofoni, Jonathan Finlayson alla tromba, Anthony Tidd al basso, Sean Rickman alla batteria.
“Jazz è soltanto una parola e in realtà non ha significato”. Con queste parole lapidarie, che appaiono nella sua autobiografia, Duke Ellington intendeva esprimere la sua contrarietà verso ogni tentativo di incasellare la vastissima vicenda della musica afro-americana in una qualche formula. L’insegnamento di colui che di quell’arte è senz’altro il nume tutelare è stato raccolto da Steve Coleman. Nella sua lunga carriera il saxofonista di Chicago ha lavorato per mantenere aperti i suoi orizzonti artistici, per non rimanere prigioniero nelle trappole comode degli schemi acquisiti. Non a caso ha inciso dischi di estremo sperimentalismo come il solo di saxofono del 2007 pubblicato da un’etichetta “iconoclasta” come la Tzadik di John Zorn. Negli anni la sua intensa ricerca musicale ha assunto connotazioni quasi esoteriche. Steve Coleman teorizza una Sacra Geometria in continuo mutamento, un’energia che travalica le forme musicali conosciute. Questo il mutamento che è alla base di ogni evento musicale, a dispetto di ogni apparenza stilistica, un mutamento che opera e interagisce senza sosta alcuna con la tradizione. Idee non comuni, in una realtà talora cloroformizzata come quella odierna, ma non certo inedite, come ammette lo stesso Coleman; ispirate anzi alla lezione di giganti come J.S. Bach, Bela Bartok, John Coltrane. Un modo insolito e onesto per dire che l’arte vera ha sempre superato se stessa e ha sempre guardato oltre.
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