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Trieste una città in guerra-un salto indietro nella nostra città – grandi applausi al calar del sipario !!!

Trst-2Trieste 03.dicembre 2014 :Iera sera, in  Sala Bartoli del Politeama Rossetti, è andata in scena la prima dello spettacolo-che andrà in replica fino al 22 dicembre- Trst Mesto z Vojni-Trieste una Città in Guerra, forte del successo appena ottenuto al Teatro Stabile Sloveno. Il numeroso pubblico seduto in Platea è stato per piu’ di un ora e mezza col fiato sospeso, quasi rivivendo dei tragici momenti successi a Trieste un secolo fà. La bravura e l’abilità del cast con battute miste fra italiano, dialetto triestino e lingua slovena ha emozionato gli spettatori, a cui apparivano  davanti a loro  dei “normali” abitanti della Trieste di 100 anni fà. Persone giovani e meno giovani, alcuni lealisti verso la Monarchia Asburgica con la quale erano cresciuti, altri “irredentisti” che desideravano il “ricongiungimento” con l’Italia e altri che sognavano l’unione con gli altri popoli Slavi dei Balcani. Questi differenti gruppi etnici erano comunque amici e concittadini, esprimevano con una serie di scene, la fame crescente a Trieste dopo il coinvolgimento Italiano nel conflitto. Vi era l’obbligo di servirsi delle tessere per ritirare i viveri; vi erano i primi disertori che tornavano dal Fronte Russo (Solitamente i comandi Austro-Ungarici preferivano mandare la popolazione che viveva al Confine con l’Italia in Galizia sulla linea che separava le armate degli Imperi Centrali con quel dell’Impero Russo,per paura che potessero fraternizzare col Regno Sabaudo) e le donne prendevano il posto degli uomini, al Fronte,  alla guida dei Tram. I Disertori, visti come traditori dai Filo-Austriaci e come un pericolo da tenere lontano (per paura di passare i guai con le Autorità a loro volta)  dagli altri raccontavano che la Guerra vera e la vita in Trincea non era assolutamente paragonabile alla seppurtrst in guerra poco tranquilla vita di città.  A Trieste continuavano qualche scontro fra gli Irredentisti e i Lealisti durante le file davanti ai negozi alimentari e  si potevano scorgere solo lontanamente i fuochi delle granate che imperversavano, sul Carso, nel Collio e sul Monte Hermada. Gli stessi fuochi che i disertori avevano visto da vicino e che avevano colpito a morte i loro compagni. Deceduto l’Imperatore Francesco Giuseppe la Guerra continua ancora, ma gli abitanti, ormai accantonata la rivalità fra differenti gruppi etnici sono tutti accomunati dalla tragedia di vedere tanti loro cari e coetanei che non tornano piu’ a casa e solo lettere in Tedesco o in Italiano che annunciano la loro scomparsa. Molti sperano in un futuro migliore alla fine della Guerra; altri sono presi dallo sgomento non sapendo che sorte toccherà alla loro città al termine del Conflitto.  Dopo appena 20 anni (anni caratterizzati dal nazionalismo imposto dal Governo Fascista) ci sarà un altro Conflitto ben piu’ grave e disastroso per il Capoluogo Giuliano. Il grande messaggio, trasmesso dallo spettacolo messo in scena è che, davanti a drammi come la morte e la fame, le differenze etniche o religiose vanno in secondo piano, si è tutti accomunati in quanto esseri umani e questo dovrebbe valere anche per le varie guerre che si combattono tutt’ora per più motivi. L’epilogo dello spettacolo è stato salutato da un caloroso applauso da parte dei presenti in sala.

Andrea Forliano

About Andrea Forliano

Nato a Bari il 22/05/1978,vive a Trieste,di formazione umanistica sta completando il corso di laurea in Storia indirizzo contemporaneo,è da sempre appassionato di storia,viaggi,letteratura,politica internazionale e in costante ricerca di conoscere nuove culture.Inoltre segue l'attualità,il calcio,il cinema e il teatro

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