Attendere l’amore o dedicarsi al piacere della carne?
È questa una delle innumerevoli, forse la più banale, domanda con cui si esce da “La scena” di Cristina Comencini al Giovanni da Udine il 16, 17 e 18 dicembre.
Protagoniste sul palco le straordinarie Angela Finocchiaro (Lucia) e Maria Amelia Monti (Maria) nel ruolo di due donne mature che hanno “per le mani” un giovane ragazzo in mutande, un bravo Stefano Annoni, in un simpatico gioco di equivoci, racconti esistenziali, confronti fra le vite di due donne e fra i due sessi così diversi certo, ma accomunati dalla ricerca e dal l’assoluta bisogno di amore.
“La scena” si apre con le due protagoniste femminili impegnate nell’interpretare ognuna a modo suo una parte teatrale, un’attrice professionista, Lucia e l’amica con pulsioni sessuali particolarmente accentuate (Maria).
Fra le due un modo totalmente diverso di vivere la vita e la sessualità, Lucia disillusa dall’amore, Maria di facili costumi che fanno da contraltare ad un’ottima carriera di dirigente bancaria e dall’impegno familiare con due figli. Però beh, casa libera, anche a età avanzata, può essere una buona occasione per far entrare sotto le coperte un giovane ragazzo ventiseienne, ammaliato dalla facilità e dalla sensualità di Maria senza figli nel week end.
Lo spettacolo entra nel vivo quando fa la sua comparsa sulla scena,il ragazzo, apparentemente uscito dall’appartamento dopo la notte di divertimenti, ma ancora presente. Ne nasce una simpatica commedia dell’equivoco con le due donne che scambiamo le loro vite che presentano al giovane, all’inizio intimorito da tante parole ma successivamente sempre più propenso a dire la sua.
Si presentano così due modi di essere donna totalmente opposti. Lucia glaciale con esperienze familiari negative alle spalle, rapporto difficile con i genitori e perdita di un figlio e della persona amata in età adulta, e Maria tradita dal marito per la baby sitter e sempre particolarmente attenta al “linguaggio del corpo”.
Il giochino dell’equivoco non dura molto e presto le due protagoniste si presentano per come sono e fanno scoprire anche il ragazzo, giovane uomo cresciuto da una madre eccessivamente presente e accentratrice che non gli ha fatto vivere, complice anche il padre scappato forse per paura di dove venire a patti con se stesso, la figura paterna. Giovane che ha voglia di ascoltare i simpatici racconti delle due donne, ma che non nasconde la sua fisicità e la rabbia di un corpo che vuole amare ma che si sente imprigionato in un mondo mordi e fuggi privo di sentimenti e ricco di piccoli momenti di piacere che lasciano lo spazio a momenti di piacere che però si vorrebbe trasformare in qualcosa di più importante.
È anche questo uno dei messaggi di questo spettacolo assieme all’immersione, imprevista, di un giovane uomo dentro la vita di due donne che, come le definisce lo stesso ragazzo “dopo aver impegnato molto tempo in gioventù a montare i sogni e i progetti impegnano il loro tempo a smontarlo”.
Un dialogo, come da speranze dell’autrice, la superba Cristina Comencini, che esce dai soliti schemi donna matura – toy boy e racconta l’universo femminile ma anche l’umanità di un giovane ragazzo, il tutto nella realtà e con i mail del nostro tempo.
Rudi Buset
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