Si considera un cittadino del mondo, Ismaila Mbaye, percussionista senegalese virtuoso del djembe, che il pubblico del Politeama Rossetti ha conosciuto come parte del cast di Finis Terrae, produzione che ha inaugurato la Stagione del Teatro Stabile.Lo reincontriamo, ora, dal 15 al 18 gennaio alla Sala Bartoli, assieme a Djibril Gningue, musicista dal vivo nello spettacolo Orpheus scritto, diretto e interpretato da Daniela Giordano e impreziosito dalle già citate musiche e dal contributo della danzatrice Jean Ndiaye.Orpheus così come a inizio stagione, attraverso linguaggi diversi, Finis Terrae – è uno spettacolo che attraverso la contaminazione di codici espressivi, di lingue, di conoscenze invita a comprendere la ricchezza che offre ogni incontro, ogni scambio e dunque induce il pubblico a riflettere sulla necessità di rispetto, tolleranza, dialogo fra culture, popoli e persone.Un pensiero di un’attualità vivissima in questi giorni tormentati dalla violenza e dall’inumanità e dall’inconfutabile valore universale.La necessità di creare legami fra culture, la loro interdipendenza, anche fra quelle più lontane è dunque l’assunto da cui muove Daniela Giordano, un’artista dagli orizzonti aperti e dalle grandi capacità di sintesi e intuizione. È attrice, regista, membro e docente dell’International Theatre Institute – UNESCO, che ha fatto dell’interculturalità e della contaminazione il proprio segno. Si deve a lei e al suo impegno, ad esempio, la rassegna “Festa d’Africa – Festival Internazionale delle Culture dell’Africa Contempranea” che si tiene a Roma ogni anno.Il suo Orpheus è già stato apprezzato in Algeria, Egitto, Marocco oltre che in Italia: trae ispirazione dal mito che vede Orfeo sfidare gli Inferi e la morte con la sua musica, pur di riavere l’amata. Ma si sviluppa come un viaggio iniziatico guidato dall’amore, attraverso un’affascinante koinée di linguaggi tutti seducenti e sapientemente orchestrati dalla Giordano.La regista spiega così lo spettacolo che ci proporrà: «Partendo dal mito classico, Orpheus è una sublime sintesi di linguaggi visivi e sonori. Orpheus cerca la sua amata, perduta, forse morta, fino agli inferi. In questo itinerario conosce sé stesso. Una riflessione sul contemporaneo e sulla realtà multietnica che ha trasformato la nostra società. Lo spettacolo unisce e utilizza differenti codici culturali dall’Europa all’Africa, dalla poesia al teatro, dalla musica alla danza, sottolineando le convergenze che mettono in evidenza l’interdipendenza tra diverse culture».
Orpheus è una produzione CRT SCENAMADRE – FESTA D’AFRICA FESTIVAL.
Lo spettacolo è scritto diretto e interpretato da Daniela Giordano. Danza Jean Ndiaye su coreografie firmate da Lamine Dabo. Le musiche sono composte ed eseguite da Ismaila Mbaye e Djibril Gningue, i costumi sono creazioni di Patrizia Pitzalis e le luci sono di Giuseppe Falcone.