La splendida città di Roma raccontata in una veste insolita, cioè attraverso la vita quotidiana degli abitanti del ghetto ebraico.
Le Chajim è un intenso ritratto storico della città italiana più famosa del mondo, durante l’anno 1775, in cui domina la presenza imponente della Chiesa cattolica, stupisce la splendida architettura barocca del Bernini e si introducono i primi timidi accenni dell’illuminismo.
Ma è anche romanzo avvincente in cui una giovane ebrea viene rinchiusa nella Casa dei Catecumeni a Santa Maria dei Monti affinché abiuri la fede ebraica per abbracciare il cattolicesimo. Ma forse non sono questi i motivi che hanno spinto il suo rapimento e intrighi sotterranei iniziati più di duecento anni prima si celano sotto apparenti verità. Sarà Avraham, un giovane ebreo livornese a trovarsi a districare una trama dai contorni oscuri per liberare la giovane e a conoscere personaggi inquietanti che, se da una parte daranno il loro aiuto, dall’altro pretenderanno pegni gravosi e licenziosi.
Le viuzze del ghetto, nel pieno centro di Roma, fanno da contorno e permettono al lettore di conoscere la capitale attraverso la tradizione ebraica nei suoi gesti quotidiani e nel pensiero filosofico con lo sfondo della millenaria lotta religiosa tra ebrei e cristiani.
In questo contesto, complesso e tortuoso, appare, come un faro nella notte, il pensiero di Rousseau, baluardo della riscoperta della vita naturale e precursore dell’illuminismo.
“La lettura lo coinvolse del tutto; ma fu l’inizio della seconda parte a scuoterlo e a suggerirgli una visione del mondo diversa.