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TRIESTE SALONE DEGLI INCANTI EX PESCHERIA : Mostra “La Grande Trieste 1891 – 1914 “

La grande Trieste” – promossa dal Comune di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e delle Assicurazioni Generali (inaugurazione sabato 7 febbraio al Salone degli Incanti – Ex Pescheria di Trieste) – cerca di interpretare la città scegliendo di mettere a fuoco un periodo importante della sua storia, in cui il susseguirsi degli eventi convive con lo sviluppo economico e le tensioni sociali, la vivacità culturale e la povertà, le lotte politiche e la mondanità. Un mondo che si dissolve bruscamente con la Grande Guerra lasciando dietro di sé una lunga scia di rimpianti. E anche tanti frammenti di vita nei musei cittadini.

Presentata nella mattinata di oggi 4 febbraio,presso la sala mostre del Museo Revoltella a Trieste la mostra”LA GRANDE TRIESTE 1891-1914″ RITRATTO DI UNA CITTÀ”che si inaugurerà sabato 7 al Salone degli Incanti(Ex Pescheria).

Sono intervenuti l’Assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Paolo Tassinari, i Direttori del Museo Revoltella e Civici Musei di Storia ed Arte, Maria Masau Dan, delle Biblioteche Civiche, Bianca Cuderi, e dei Civici Musei Scientifici, Nicola Bressi.

Si tratta di una mostra fotografica che ripercorre la storia della capoluogo Giuliano dal 1891,anno in cui fu abolito lo status di Porto Franco,fino al 1914 quando ci furono i solenni funerali dell’Arciduca Franz Ferdinand in città e il conseguente scoppio della Grande Guerra.Questo status,in vigore dal 1719 aveva fatto la fortuna di Trieste trasformandola da un borgo di pescatori in uno degli Empori piu’ fiorenti d’Europa.Il Governo Austriaco,appunto nel 1891,aveva preso tale provvedimento per trasformarla in città industriale,ma non diminuì di certo la sua importanza.La nostra città,infatti, in quegli anni prosperò come una vera e propria metropoli multietnica e anche come centro culturale essendo punto di ritrovo di intellettuali del calibro di Italo Svevo,Umberto Saba e James Joyce.

Alla realizzazione di questa mostra che terminerà il prossimo 3 maggio hanno collaborato i rappresentanti dell’Archivio Storico delle Assicurazioni Generali e della Biblioteca Nazionale Slovena oltre a molti storici come Marta Verginella e Anna Maria Vinci ; ed ha il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e delle Assicurazioni Generali.

Pietro Opiglia (1877-1948)_ Tempio israelitico degli arch. Ruggero e Arduino Berlam, 1912

Pietro Opiglia (1877-1948)_ Tempio israelitico degli arch. Ruggero e Arduino Berlam, 1912

 Concepita alla fine del 2013 e progettata nel 2014 dai responsabili scientifici della mostra Maria Masau Dan, Bianca Cuderi e Nicola Bressi – quando si è aperto il dibattito internazionale sulle cause e sulle conseguenze del primo conflitto mondiale – “La grande Trieste” cerca di descrivere, almeno per cenni, ciò che lo scoppio della guerra ha significato per Trieste, la fine di un’epoca e la sua archiviazione.

Le due date scelte per delimitare il periodo della mostra – ha affermato l’Assessore alla cultura del Comune di Trieste Paolo Tassinari – ricordano altrettanti momenti importanti della storia della città: l’abolizione del privilegio del Porto franco (1891), che delimita la zona franca ad un assetto ben identificabile e separato dalla città, e l’assassinio di Francesco Ferdinando d’Asburgo a Sarajevo (28 giugno 1914), causa scatenante della prima guerra mondiale. Il titolo – ha sottolineato Tassinari ricordando che prende spunto dall’edizione italiana del volume “La grande Vienna” – vuol dichiarare il sentimento di una città che, in quegli anni, si fa grande, grazie ad un’espansione commerciale, industriale, architettonica e, anche, museale, che non ha eguali in Europa”.

La grande Trieste” – ha aggiunto l’Assessore alla cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti – aiuta a comprendere la città e la voluta eterogeneità dei contenuti, che testimonia la molteplicità di influenze culturali, etniche, imprenditoriali e storiche di cui Trieste ha beneficiato, consentirà al territorio di interagire meglio con chi arriva oggi in città, per lavoro o per turismo”.

Costruita quasi esclusivamente attorno al patrimonio dei Musei civici e delle Biblioteche di Trieste – ha sottolineato il direttore del Museo Revoltella e Civici Musei di Storia ed Arte, Maria Masau Dan, e responsabile scientifico assieme a il direttore delle Biblioteche Civiche, Bianca Cuderi e il

Arturo Cuzzi (1853-1931)_Palazzo Poste_IstitutoPensioni1894

Arturo Cuzzi (1853-1931)_Palazzo Poste_IstitutoPensioni1894

direttore dei Civici Musei Scientifici, Nicola Bressi – la mostra consente di visualizzarlo per la prima volta nel suo insieme, valorizzato proprio nella ricerca di relazioni fra gli oggetti, le opere e i documenti. Quasi tutte le sezioni ospitano materiali di proprietà comunale, ad eccezione dello spazio destinato alla cultura slovena – affidato alla cura della Narodna in študijska knjižnica / Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi – e quello dedicato alle Assicurazioni Generali (con l’Archivio Storico), perno dell’economia triestina e simbolo del profilo internazionale della città. La documentazione fotografica – proveniente dalla ricchissima Fototeca dei Musei civici di storia ed arte – rappresenta il filo conduttore, mentre il confronto puntuale fra immagini e materiale permette di contestualizzare gli oggetti, comprenderne meglio il valore e il significato.

 La ricchezza e la diversità dei contenuti della mostra trovano risposta in un layout espositivo razionale, dal carattere quasi industriale, sviluppato attraverso la reiterazione di una serie di moduli espositivi, grazie al progetto curato dall’ architetto Dimitri Waltritsch e arricchito dal design grafico di Matteo Bartoli, con il coordinamento e ordinamento delle sezioni di Lorenzo Michelli per Comunicarte.


LagrandeTrieste_03_L’accesso alla mostra consente fin da subito una visione complessiva del piano espositivo (2.000 m2 di superficie), che si articola in un percorso circolare, lungo il quale il visitatore viene stimolato ad approfondire le informazioni relative alla vita del periodo di riferimento (grazie a 300 fotografie).  
Alcuni dei principali fatti di cronaca, anche di grande impatto emotivo, sono ricordati con una serie di gigantografie sospese: sedici grandi pannelli fotografici (da 300 x 200 cm) che riproducono immagini dell’epoca scelte dalla collezione della Fototeca dei Musei civici di storia ed arte.Su altre superfici, sempre di grande dimensione, è testimoniata la straordinaria importanza che la letteratura ha rivestito per Trieste, attraverso il ricordo di brani e citazioni di diversi autori (fra i quali Carolus L. Cergoly, Scipio Slataper, James Joyce, Carlo Marchesetti) scritti nelle lingue originali, che costituiscono una narrativa di supporto a tutta la mostra.

Le dieci Sezioni – ospitate lungo le due navate laterali della ex Pescheria, arricchite da riproduzioni fotografiche, dipinti, oggetti, modelli ed altri materiali provenienti da 7 istituzioni culturali – sono così intitolate: Sotto il segno degli Asburgo, La città immediata dell’Impero, La capitale dell’Adriatico asburgico, Proiezioni marittime della “Grande Trieste”, Scatola magica – luoghi della musica e dello spettacolo, La Trieste slovena, Sguardi sulla città, Nascita dell’archeologia, Arte a Trieste tra Monaco e Venezia – “Una nuova e diversa scintillazione”, Assicurazioni Generali: Trieste fulcro di una leva internazionale.La grandeTrieste_02_

 L’eterogeneità dei contenuti della mostra si rappresenta anche in un allestimento aereo multicolore e tridimensionale (realizzato con 13 chilometri di cavi nautici in 8 colorazioni diverse), quasi un secondo livello dell’esposizione, che nel riprendere la modularità del “cassettonato”, caratterizzante il soffitto della Pescheria, ricorda il ruolo che tale edificio ebbe nella vita quotidiana del periodo. Non ci poteva essere luogo più adatto dell’ex Pescheria Centrale, ora Salone degli Incanti, per ricostruire il percorso storico della “Grande Trieste”, simbolo delle ambizioni cittadine, della fede nel lavoro e del legame profondo col mare. Un luogo che si presta anche alla libertà di progettazione, ad accogliere la contemporaneità, come hanno dimostrato anche mostre recenti e che meglio di qualsiasi altro rispecchia anche il presente a confronto con la storia.

Andrea Forliano

About Andrea Forliano

Nato a Bari il 22/05/1978,vive a Trieste,di formazione umanistica sta completando il corso di laurea in Storia indirizzo contemporaneo,è da sempre appassionato di storia,viaggi,letteratura,politica internazionale e in costante ricerca di conoscere nuove culture.Inoltre segue l'attualità,il calcio,il cinema e il teatro

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