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“HARRY BERTOIA. DALLA NATURA AL SEGNO” Pordenone, Galleria Harry Bertoia da oggi 7 Feb. al 29 Marzo

Una mostra in due sedi per un Omaggio della sua terra in occasione del centenario della nascita: inaugurazione sabato 7 febbraio, ore 18

 

HB_portrait_01Cent’anni fa, esattamente il 10 marzo 1915, a San Lorenzo di Arzene nasceva Arieto (Harry) Bertoia. Il territorio da cui egli partì, appena quindicenne, con la valigia di cartone deciso a realizzare il suo Sogno Americano, ricorda ora coralmente l’importante centenario: il Comune di Pordenone, il Comune di Valvasone Arzene e la Pro Loco di San Lorenzo hanno voluto promuovere una mostra articolata in due sedi (Galleria Harry Bertoia, a Pordenone; Casa natale a San Lorenzo d’Arzene) che rende omaggio a questo artista il cui lavoro rappresenta ancora un’importante indicazione di metodo, di rigore, di costante dedizione alla ricerca.  Emigrato nel ’30 verso gli Stati Uniti, Bertoia riuscì a conquistarsi il successo e a raggiungere notorietà internazionale con la linea di sedie Diamond (1952), un’icona del design mondiale. Ma più in generale con la sua multiforme produzione artistica (sculture, incisioni, disegni, gioielli, ecc.) egli seppe imporsi per la spiccata originalità unita ad un’attitudine sperimentale sia nel campo dei materiali che delle forme.   Spilla

Harry Bertoia appartiene alla schiera non foltissima degli artisti friulani del ‘900 che hanno saputo meritare davvero fama internazionale. Fino a pochi anni fa era però poco conosciuto nella sua terra d’origine: tale lacuna è stata poi colmata da due mostre in successione (la prima nella sua casa natale a San Lorenzo, nel 2008, e la seconda, più vasta e particolareggiata, a Pordenone nel 2009) esposizioni che hanno fatto conoscere meglio la qualità del suo lavoro anche nella nostra regione.Nel 2014 il Comune di Pordenone ha voluto rimarcare il riconoscimento dell’autorevolezza dell’artista intitolandogli il nuovo spazio espositivo di Palazzo Spelladi, divenuto dunque Galleria Harry Bertoia. Sarà proprio questa prestigiosa sede ad accogliere l’esposizione che il Comune di Pordenone ha deciso di proporre per celebrare il centenario della nascita di Bertoia. Qui il percorso documentario già al centro delle due mostre precedenti è arricchito da materiali prima mai esposti, provenienti dalla collezione personale di Celia Bertoia, figlia del maestro. Si tratta di un importante nucleo di 30 monotipi, raffinate e rare stampe su carta, realizzate in unico esemplare tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’70. 

hb_draftQueste opere offriranno al visitatore l’opportunità di confrontarsi con una parte originale ma ancora poco nota della produzione di Bertoia e pure evidenzieranno i diversi apporti, anche europei, che confluirono nella sua arte, mai del tutto appagata dai risultati sia pure innovativi appena raggiunti. I monotipi in mostra,  con il loro accostamento espositivo ad alcune sculture e ad alcune sedie Diamond, consentiranno infatti di ben percepire i molti rimandi e le suggestioni tra i diversi generi artisti praticati dall’artista.  Un laboratorio didattico, organizzato per l’occasione, permetterà inoltre di analizzare anche le tecniche insolite e particolari con cui sono stati realizzati questi originali e preziosi  lavori su carta che costituiscono una sorta di diario creativo dell’artista.Una significativa sezione della mostra, grazie alla collaborazione della Knoll, sarà dedicata alla progettazione della celebre poltrona Diamond  (1952) e alla sua produzione in serie (nello stabilimento di Foligno, in Italia). Materiali pubblicitari d’epoca metteranno pure in evidenza la qualità della comunicazione per immagini messa in campo negli anni ’50 dall’azienda produttrice: e ne verrà ancora un utile suggerimento di metodo per l’oggi.

Alcuni filmati d’epoca riprodotti sulle pareti del primo piano dello spazio espositivo accoglieranno il visitatore e lo faranno entrare, diamond_chair (1)virtualmente, nello studio-fienile di Barto, in Pennsylvania, e si potrà vedere Harry Bertoia al lavoro con la saldatrice o mentre ci dimostra la naturale reattività delle sue sculture sonore. La musicalità cosmica originata da queste celebri opere caratterizzerà comunque, con discrezione, gran parte dello spazio espositivo quasi fosse l’essenza ultima dell’arte di Arieto Bertoia.Nella casa natale di Harry Bertoia a San Lorenzo di Arzene (Pordenone) l’attenzione sarà innanzitutto incentrata su un altro ambito della produzione di Bertoia, quello dei gioielli. Tre di questi oggetti d’arte verranno posti sul tavolo della cucina quasi fossero appena stati portati da Arieto in dono ai suoi familiari. Le fotografie di 19 gioielli degli anni ’40 -’70 e di un disegno progettuale (appartenenti alla collezione Wright) troveranno invece collocazione in un’altra stanza della piccola casa in cornici retroilluminate: l’effetto sarà molto intenso e le opere potranno essere esaminate in tutti i loro più minuti particolari.Infine nella vecchia stalla un giovane artista friulano, Michele Spanghero, riprodurrà il suo video dal titolo Translucide che idealmente recupera l’eredità del lavoro di Harry Bertoia e, in modi propri e originali, ne attualizza il messaggio collegato alla volontà di ricerca e di sperimentazione. Con la partecipazione in mostra di un giovane artista verrà dunque sottolineato un ideale passaggio di testimone tra generazioni: com’è sempre, o dovrebbe essere percepita, l’arte in generale.

 

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