Tutto puó accadere in una notte. Esperienze, sensazioni, sogni possono affacciarsi nella mente e costringere a fare i conti con la propria coscienza e con il proprio passato e a dare una svolta inaspettata alla propria vita. É “La notte di Helver” dello scrittore polacco Ingmar Villquist, andata in scena al Palamostre di Udine per Contatto 33 che ha visto come protagonisti Mirijana Karanovic ed Ermin Bravo.
L’azione si svolge in una vecchieggiante ma ordinata e pulita cucina dalla cui finestra rieccheggiano i suoni di una parata militare e dove una donna fumando attende con ansia il ritorno del figlio, un ragazzo con problemi psichici. Tra le mura domestiche emergono le fragilitá di un rapporto a due dove entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra: due esseri feriti dalla vita per motivi diversi che hanno un disperato bisogno di amore. Pian piano lo spettatore è reso partecipe del passato di Carla segnato dall’abbandono del marito dopo la nascita della figlia handicappata (che lei abbanonerá in un istituto) e della minorazione di Helver che è affascinato dalle parate e dalle azioni punitive delle squadre naziste cui consapevolmente vorrebbe partecipare senza capire che ne verrá coinvolto. Carla è la madre putativa del ragazzo che ha voluto prenderlo con se per rimediare all’errore fatto nel passato. La vita le concede un’altra possibilità. E La notte diventa così il momento per lasciarsi andare al racconto di veritá sconcertanti ma anche per manifestare il proprio affetto anche in modo estremo.
Lo spettacolo in lingua originale con sovratitoli in italiano è di forte impatto e dove non arriva la parola arriva la fisicità degli attori che abbraccia gli spettatori in un turbinio di emozioni. Non c’è una colonna sonora, arrivano di tanto in tanto suoni dalla radio e rumori dalla finestra, vociare lontano e spari a significare che la fine è imminente.
Maria Teresa Ruotolo