AMALIA E BASTA di e con Silvia Zoffoli andrà in scena al Teatro Miela lunedì 9 marzo alle ore 20.30 nell’ambito della rassegna S/paesati – Scuole (ci sarà una replica il giorno 10 marzo per le scuole) ed è stata inserita nel programma Primavera di donne della Provincia di Trieste. Parteciperanno al dibattito che segue allo spettacolo alcune componenti della Casa internazionale delle donne di Trieste e il presidente Vincenzo Zoccano della Consulta regionale delle associazioni delle persone disabili e delle loro famiglie del FVG con cui discuteremo del tema dell’accettazione di sé e della disabilità.Amalia lavora come hostess di museo. Una giornata che le sembra non passare mai è occasione per ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita, quella di una ragazza come tante, che però non è come le altre: Amalia, infatti, è sorda dalla nascita. Disabilità “invisibile”, con risvolti talvolta tragicomici, la sordità è per lei una diversità con la quale confrontarsi non solo rispetto agli udenti, ma anche rispetto agli altri sordi, e soprattutto un’occasione per fare i conti con la propria identità di persona, per riuscire infine ad accettarsi per quella che è: Amalia e basta.
Prodotto da Falesia Attiva, lo spettacolo ha vinto numerosi premi come 1°premio Monologhi “Sipario Autori Italiani” 2012 e il 2°premio di drammaturgia “Teatro e disabilità” 2011. Amalia e basta vuole rispondere ad alcune domande: Cosa vuol dire fare i conti con la fragilità? Accettarsi ed essere accettati per quello che si è significa vivere una contraddizione costante fra la ricerca di un’identità precisa e l’insoddisfazione nel non trovarne mai una univoca. In una società in cui l’importanza degli aggettivi spesso supera quella del sostantivo e le etichette diventano una facile semplificazione, come si può riuscire ad affermare il valore della persona nella sua complessità e il diritto alla sua unicità?La giovane attrice e drammaturga Silvia Zoffoli spiega: “Quello che ho voluto sottolineare è il valore dell’unicità della persona, che non è riducibile ad un solo ‘aggettivo’. Amalia non ama andare in giro con il “libretto delle istruzioni”, eppure è lei la prima a voler cercare una definizione univoca di se stessa e degli altri, la cerca e al tempo stesso la rifugge, vorrebbe appartenere ad un gruppo in cui trovare i propri simili, eppure sente gli altri ostili. La sua ironia e fresca leggerezza, in realtà, sono il risultato di un percorso di crescita personale non certamente facile che vede la sua catarsi nell’accettazione della fragilità. Se si vuole, questo vale per la sordità come per qualunque altra condizione dell’essere umano: accettarsi ed essere accettati per quelli che si è significa vivere una contraddizione costante fra la ricerca di un’identità precisa e l’insoddisfazione nel non trovarne mai una univoca. Probabilmente c’è un po’ di Amalia in ognuno di noi. Ho voluto giocare su una messa in scena basata sui colori e sulla loro combinazione, sia per l’ambientazione del testo (un museo) e le passioni della protagonista (l’arte e la pittura), sia per dare un’idea visivo-simbolica di una realtà complessa com’è quella dei sordi. Ho voluto poi lavorare su due livelli, percezione di sé e percezione degli altri, giocando su registri diversi di recitazione, per cercare di restituire, al tempo stesso, la fragilità e la forza di questa piccola grande donna.”
Lo spettacolo va in replica martedì 10 ore 11.00 al Teatro Miela per un matinée dedicato alle scuole. Info: wwwspaestati.org