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47 | 04: Giovani italiani, sloveni, rumeni e ungheresi coinvolti ne “La guerra degli altri” alla scoperta dei luoghi della Grande Guerra in regione Mittente Marianita SantarossaAdd contact

guerra altri_02 guerra altri_05È arrivata a conclusione la prima parte del progetto “La guerra degli altri“, ideata dall’Associazione 47 | 04 e sostenuta dalla Regione FVG, che ha portato studenti di Debrecen (Ungheria) e Oradea (Romania) sui luoghi della Grande guerra in Friuli Venezia Giulia, insieme ai loro coetanei del Gregorcic di Gorizia e dell’Einaudi di Staranzano.

I giovani studenti sono giunti a Doberdò del Lago domenica sera dove ad attenderli, oltre ai loro omologhi italiani e sloveni, hanno trovato l’Assessore provinciale alla cultura Federico Portelli ed il Sindaco Fabio Vizintin che nei loro saluti hanno rimarcato l’importanza di Doberdò nella memoria collettiva ungherese, e la necessità di sviluppare progetti rivolti ai giovani improntati a capire e conoscere la guerra per costruire la pace.

Lunedì sono iniziate le visite ai luoghi simbolo della Guerra, come la Cappella Ungherese di Visintini, al cui interno si trova il busto del Cristo che dall’Italia era stato trasportato e nascosto a Debrecen, città dalla quale provengono molti studenti, e che pochi anni fa è ritornato nella Cappella, restaurata e inaugurata con la presenza del Presidente della Repubblica ungherese nel 2009. Il “Museo della guerra per la pace Diego De Henriquez” a Trieste ha introdotto il primo momento di confronto sulla drammaticità del Novecento, subito concretizzata dalle cannoniere del Monte San Michele, nel carso goriziano, che hanno dato agli studenti la misura della grandezza distruttiva della guerra. Grande è stata l’impressione provata nel vedere dal vivo i territori dove la guerra ha portato morte e distruzione e la quantità di armi utilizzate.

Commovente, nel percorso fra il San Michele e il Museo speleologico di San Martino del Carso, è stato per gli studenti ungheresi vedere i monumenti in ricordo dei combattenti magiari: questi moniti, conservati e curati da quelli che allora erano “i nemici”, li hanno fortemente sorpresi, testimoniando in modo proverbiale l’assurdità dello sforzo bellico. Martedì è stata la volta di Caporetto, con il Museo della Grande Guerra e l’Ossario, con una tappa intermedia in piazza Transalpina, dove gli studenti hanno potuto conoscere la storia di Gorizia e del suo confine, che ne bloccava la piazza. In molti si sono augurati che presto anche gli altri confini che separano i paesi dell’Unione europea, come quello ungherese-romeno possano definitivamente cadere.

Nel Museo all’aperto di Ragogna i percorsi naturalistici nella campagna del Friuli pedemontano si alternano alla scoperta dei bunker, delle linee difensive e degli avvenimenti che hanno contraddistinto le rive del Tagliamento.

L’ultima giornata, mercoledì, la riflessione comune è stata alla base della realizzazione di piccoli video in cui ogni studente ha esposto il proprio punto di vista, un particolare luogo fra quelli visitati. Questi materiali multimediali verranno ora utilizzati dagli studenti italiani e sloveni per i loro progetti di storytelling georeferenziato, che caratterizza l’approccio di 47 | 04, e che verrà presentato proprio durante il viaggio di scambio, a Debrecen e Oradea, a fine aprile.

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