Il 14 e il 15 Marzo andrà in scena al Teatro Rostocco di Acerra “Il Confessore”, spettacolo che ha segnato l’inizio della collaborazione tra le due compagnie indipendenti Virus Teatrali e Prima Quinta. Giovanni Meola, regista e autore dello spettacolo, ha infatti scelto Aldo Rapè per interpretare il ruolo di un parroco siciliano costretto ad ‘emigrare’ nel napoletano e qui divenuto un prete anti-camorra. “Il Confessore” ripercorre la storia di un parroco, ma soprattutto di un uomo, la cui unica arma è la parola, anzi ‘le parole’. Quelle delle omelie appassionate e accusatorie ma anche quelle scambiate nelle tante confessioni che i suoi parrocchiani amano fare con lui, che li ascolta, li consiglia, li sferza senza però mai iudicarli. E infine le parole che portano alla quasi conversione di un Boss. Scopriamo così la vicenda personale del parroco, per meglio dire del ‘Parrino’ (data la provenienza), dalle sue stesse parole: per una volta sarà lui a confessarsi, raccontando senza filtri la sua storia e la sua guerra con la Mala-Vita (che è innanzitutto Mala-Cultura e poi, solo dopo, Mala-Morte) ma anche quella contro la stessa rigida gerarchia ecclesiastica.
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Giovanni Meola, Premio Girulà 2007, Premio Enriquez 2008, Premio Landieri 2012 e poi ancora vincitore di premi di drammaturgia nonché di decine di festival e concorsi, nazionali ed internazionali, di cinema per cortometraggi, dedica ancora una volta il suo lavoro all’impegno civile e sociale, concentrandosi sulla lotta contro le mafie del Sud e coinvolgendo nel progetto Aldo Rapé, a sua volta vincitore di numerosi premi per i suoi precedenti spettacoli ma soprattutto del prestigiosissimo Premio della Critica ad Avignon Off nel 2012 con Mutu. Non a caso “Il Confessore”, della durata di 50 minuti, ha debuttato in anteprima nazionale il 21 marzo 2014, Giornata della Memoria e dell’Impegno contro la mafia. Lo spettacolo rappresenta quindi non solo un incontro artistico e produttivo tra le due compagnie teatrali, pronte a realizzare nel futuro altre collaborazioni, ma una comunione di intenti. Unione testimoniata anche dall’uso di una lingua misto napoletano-siciliano che ben esprime le poetiche espresse finora dalle rispettive compagnie.
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