Le vittorie dell’Apu Udine in DnB riaccendono l’entusiasmo dei tifosi e la voglia di basket di alto livello in regione. Il movimento sta ripartendo, ma la prospettiva della massima serie, per adesso, rimane ancorata a un futuro non immediato
Un palasport gremito da 1500 persone in festa per i canestri dei propri beniamini. Scene che in territorio friulano non si vedevano da un pezzo, perlomeno da quando la Snaidero retrocesse dalla serie A per poi chiudere definitivamente i battenti. Ora la Udine cestistica ritrova l’entusiasmo di un tempo con le vittorie dell’Apu Gsa, che guadagna la vetta della classifica in serie B per merito della vittoria a Cividale nel derby con la Pienne Pordenone. E proprio la città ducale, che per la terza volta in questa stagione ha ospitato nel palazzetto di via Perusini una sfida di cartello della squadra presieduta da Alessandro Pedone, rivive anch’essa i fasti del passato. Tra gli anni Novanta e i primi del Duemila, infatti, la fu Longobardi Basket raggiunse contro ogni pronostico la serie cadetta (traguardo ritenuto impensabile per una cittadina di 11mila anime), fino ad arrivare per più campionati ai play-off per tentare di salire nell’allora B1.
Si può parlare allora di rinascita? La pallacanestro regionale ha faticato non poco in questi anni a risollevarsi dai colpi della recessione, che oltre a lasciare il Friuli – Venezia Giulia senza una rappresentanza in serie A, non ha risparmiato le piccole realtà, spesso costrette a rinunciare all’iscrizione al campionato o a chiedere esse stesse la retrocessione di una o più categorie. Il peggio, però, sembra essere passato, tanto che la stagione in corso è partita con meno scossoni rispetto al terremoto che sconvolse la composizione dei gironi di DnB e DnC in particolare nell’estate 2013.
«Pur non avendo ancora una squadra in A – considera il presidente della Fip Fvg Giovanni Adami – con la sola Acegas Trieste a militare per la terza stagione consecutiva nella seconda serie (oggi A Gold), negli ultimi anni il nucleo delle società di medio livello si è consolidato e si sono creati i presupposti per risalire pian piano la china. In DnB, oltre all’Apu Udine, anche la stessa Pordenone si sta esprimendo ad alto livello e lo Jadran Trieste sta resistendo nonostante disponga tuttora di un budget limitato e si trovi all’ultimo posto in classifica. È anche grazie alla perseveranza di queste realtà se la nostra pallacanestro sta tornando a dire la sua in categorie di una certa importanza».
Da non trascurare l’impegno di tutte le piazze più rappresentative della regione nel far maturare i propri giovani, dato fondamentale per la crescita del movimento regionale. «All’Acegas – riprende Adami – il tecnico Dalmasson concede ampio spazio tanto a Tonut, Fossati e Coronica, tutti prodotti del vivaio, quanto a Candussi e Mastrangelo, anch’essi talenti nostrani che provengono rispettivamente dalle giovanili dell’Aibi Fogliano e dell’Ubc Udine. Dal canto suo la Pienne Pordenone, con i soli Zambon e Palombita come chiocce del gruppo, ha un’età media inferiore a 23 anni, una delle più basse di tutta la DnB, e investono parecchio sulla linea verde anche la Ginnastica Triestina in A1 femminile e il Centro Sedia Corno di Rosazzo, che questo fine settimana sarà di scena a Rimini nella Final Eight di Coppa Italia di serie C».
Ma ci sono veramente le basi per tornare in serie A? Le basi ci sono, ma per un futuro non immediato. È vero che Trieste, pur con poche finanze, è riuscita a consolidare la propria presenza in A Gold. Per il salto di categoria, però, servirebbe uno sponsor forte per poter affrontare i costi di quella che è rimasta l’unica serie gestita dalla Lega professionistica. E a Udine? Dalla DnB alla A la strada è lunga, ma gli ottimi risultati sul campo e l’ambizione del progetto societario, a cui la sponsorizzazione della Gsa dà solidità, fanno ben sperare in una risalita. «La promozione quest’anno è possibile – afferma il vicepresidente Giampaolo Graberi – anche se non sarà facile superare la concorrenza delle corazzate Cento, Orzinuovi, Montichiari e delle nobili decadute Fortitudo Bologna e Mens Sana Siena. L’impresa, dovesse riuscire, potrebbe comunque equivalere a raggiungere la seconda serie, dato che la riforma dei campionati che è nell’aria prevederebbe una serie Gold e una Silver equiparate, ovvero che qualifichino lo stesso numero di squadre ai play-off per salire in A. Sarebbe questa, per adesso, la dimensione giusta per l’Apu».
Lorenzo Paussa