Venerdì 27 marzo 2015, ore 18.00
Biblioteca dell’Archiginnasio – Sala dello Stabat Mater
Un miracolo da un sasso senza forma. La perfezione e la bellezza che tutto il mondo ci invidia.
Nell’autunno del 1497 Michelangelo aveva appena terminato a Roma il Bacco con satiro, prima scultura moderna dedicata a Dioniso: dio di forma umana, morto e risorto secondo i miti dei greci e dei romani. Fu allora che il cardinale Jean Bilhères de Lagraulas chiese a Michelangelo di scolpire “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio” per abbellire l’antica rotonda di Santa Petronilla. Un salto di tema vertiginoso dalla mitologia pagana all’iconografia cristiana. In un anno appena, tra il 1498 e il 1499, Michelangelo vinse ‘la natura’ e si avvicinò a Dio, cavando dal marmo la Pietà. Come scrisse Giorgio Vasari nel 1568: “certo è un miracolo che un sasso, da principio senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione, che la natura a fatica suol formar nella carne”. Gli studi sull’arte di Michelangelo hanno poco affrontato i rapporti tra l’artista e i suoi committenti, per mettere in primo piano il fulgore geniale del maestro fiorentino. Sergio Risaliti e Francesco Vossilla affrontano invece la Pietà vaticana – opera tra le più ammirate di Michelangelo, già considerata nel Cinquecento uno dei vertici della statuaria di ogni tempo – concentrandosi in particolar modo sulla figura di Jean Bilhères de Lagraulas. L’indagine permette, inoltre, di approfondire alcuni degli aspetti più originali della raffigurazione: la ‘sospensione della morte’, la sublimazione degli aspetti più drammatici dell’evento attraverso la bellezza del nudo di Gesù e la grazia del volto di Maria, la studiata anatomia e l’arduo tema dell’incarnazione. Gli autori rispondono ad altri quesiti. Dove fu posizionata la scultura in Vaticano? Perché Maria appare così giovane? Cosa ha spinto Michelangelo a firmare l’opera?
Sergio Risaliti si è laureato in Storia dell’Arte modernae contemporanea a Firenze, è ideatore e curatore di mostre e grandi eventi, scrittore e giornalista. Ha diretto sedi espositive pubbliche e private tra cui Palazzo delle Papesse a Siena e Quarter Centro per l’Arte Contemporanea a Firenze. Nel 2012 ha ideato l’accostamento dei Crocifissi di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo nel Battistero di Firenze. Con Cristina Acidini (ideatrice) ed Elena Capretti ha curato la mostra Michelangelo. Incontrare un artista universale, presso i Musei Capitolini di Roma. Collabora regolarmente con “Il Venerdì di Repubblica”, il “Corriere Fiorentino” e “Arte”. Da novembre 2014 è membro onorario dell’Accademia delle Arti del Disegno.
Francesco Vossilla si è laureato in Museologia a Firenze, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Architettura. Ha insegnato e insegna per molte istituzioni italiane e straniere, tra cui l’Università di Firenze, i programmi italiani del Middlebury College e della Gonzaga University, l’Istituto per l’Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli. Ha concentrato le sue ricerche sulla storia del collezionismo dei Medici e l’arte tardo-rinascimentale, e dedicato monografie a Michelangelo, Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini, Bartolomeo Ammannati e Giovanni Bologna. Da novembre 2014 è membro onorario dell’Accademia delle Arti del Disegno.
Dal 2007 Sergio Risaliti e Francesco Vossilla hanno avviato un’indagine non convenzionale sull’opera di Michelangelo. Ne sono nati una serie di volumi scritti a quattro mani dedicati al Bacco, alla Zuffa dei Centauri e al David.