Udin&Jazz 2015 prepara la sua edizione d’argento e cala alcuni dei molti “assi” che si apprestano a rendere questa 25esima edizione un appuntamento memorabile per il jazz in Italia. Le “nozze d’argento” dello storico festival udinese (diretto da Giancarlo Velliscig) si annunciano come un’autentica festa tra tasti bianchi e neri: dopo il già annunciato appuntamento con il tributo a Frank Zappa da parte di Stefano Bollani, atteso a Udine il 20 luglio (in collaborazione con Azalea Promotion), mercoledì 1 luglio salirà sul palco del Castello di Udine la giovane eclettica e virtuosa pianista giapponese Hiromi con il trio esplosivo che la vede insieme ad Anthony Jackson (basso) e Simon Phillips (batteria).
Sarà poi Chick Corea, sempre al Castello di Udine, venerdì 31 luglio (ore 21.30) a chiudere la kermesse con un piano solo che si preannuncia indimenticabile.
Icona assoluta della musica universale, Chick Corea ha alle spalle una carriera ormai cinquantennale, vissuta sempre ai vertici. È il quarto artista al mondo più nominato ai Grammy Awards (36 le nominations e 22 i premi, di cui due anche quest’anno, come miglior assolo e come miglior album strumentale) oltre che da decenni stella indiscussa delle classifiche di DownBeat.
Classe 1941, nato nel Massachusetts, Chick è tuttora un genio creativo infaticabile, che continua a reinventarsi attraverso l’arte.
Dal “classico” all’avanguardia, dal bebop al jazz-rock fusion, dai lavori per bambini alla musica cameristica e sinfonica, Chick Corea si è addentrato in ogni possibile genere musicale, sin da quando suonava al fianco di Miles Davis. Negli anni Duemila la sua attività (se possibile) si è ancora incrementata: pianoforte acustico, tastiere, leadership di molte band, concerti e progetti in solo e con i più diversi artisti dell’universo musicale.
È un musicista geniale, eccentrico, originale e attento anche alle scelte nelle collaborazioni: nella sua carriera ha collaborato con firme leggendarie come Lionel Hampton e si annoverano decennali partnership con nomi fantastici come Gary Burton (con il quale compie cinquant’anni di sodalizio e col quale fu a Udin&Jazz nel 1996!) ed Herbie Hancock.
L’ultimo disco di Chick Corea è già un nuovo “must” nella sua discografia: Trilogy, un triplo dal vivo con il bassista Christian McBride e il batterista Brian Blade, che ha spopolato vincendo il Grammy come miglior album del 2014 ed è stato definito come “album superbo e assoluto, con un Corea ai massimi vertici della carriera” (DownBeat). E non finirebbero mai i riconoscimenti e le esperienze che si dovrebbero ricordare di questo artista monumentale, dalla jazz-rock fusion, con le sorti rinnovate della storica band Return to Forever, fino al jazz “puro”, ritrovato con il grande chitarrista John McLaughlin.
E anche nel piano solo la sua ricerca non finisce, e continua un intimo e struggente viaggio: l’ultimo disco in solo Piano solo: Portrait (Concord), altro Grammy come miglior solo improvvisato del 2014, è una perla di maturità e genio, vertice assoluto di una carriera che già nel 1971 con Piano Improvisation si prospettava come quella di un pianista che avrebbe scritto a chiare lettere la storia della musica jazz.
Ora attendiamo il suo ritorno a Udine con le sue mirabili retrospettive (da Monk a Evans), con le intime restituzioni di pregio del mondo classico (da Skrjabin a Bartók), per ascoltarlo nel continuo rinnovarsi dei propri brani, con visioni sempre originali ed energie rinvigorite.
Mercoledì primo luglio, sempre al Castello alle 21.30, il pianoforte è di nuovo protagonista del concerto dell’acclamatissima Hiromi, che a Udine porta uno dei suoi progetti più entusiasmanti. Nata nel 1979, già sul palcoscenico a 6 anni, Hiromi ha elaborato – tra virtuosismo, vitalità estrema, istinto e grandissima raffinatezza – un suo stile che la porta, oggi, al top tra i talenti della tastiera nel mondo. Dal suo esordio, del 2003, Hiromi è cresciuta esponenzialmente e, allieva del leggendario Ahmad Jamal (conosciuto a Berklee, dove ha incontrato anche Oscar Peterson), ha sviluppato una personalità di straordinaria forza, e spazia con generosità, rigore e disinvoltura tra le tradizioni del jazz e le nuove tendenze contemporanee, facendo propria ogni singola invenzione musicale.