Eros Pagni nel ruolo di Orgon e Tullio Solenghi in quello di Tartufo sono i protagonisti dello spettacolo Il Tartufo di Molière, nella versione italiana appositamente commissionata a Valerio Magrelli, regia di Marco Sciaccaluga, una produzione del Teatro Stabile di Genova che andrà in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine da martedì 31 marzo a giovedì 2 aprile, alle ore 20.45. Storia di un falso devoto raccattato sui gradini di una chiesa da un ricco borghese e da questo portato a insediarsi da padrone nella sua famiglia, Il Tartufo è una commedia dalla comicità travolgente che fu giudicata a suo tempo opera scandalosa per essere poi ben presto interpretata come una lezione di morale. Nell’imponente allestimento del Teatro di Genova, le lussuose scenografie di Catherine Rankl sono uno spettacolo nello spettacolo, sontuosa cornice all’interpretazione dei due protagonisti Pagni e Solenghi. Le due punte di diamante sono affiancate da una numerosissima compagnia salutata, replica dopo replica, da un tripudio applausi del pubblico, travolto dal finale – a sorpresa – musicale. Nel divenire di scene caratterizzate da una travolgente comicità, Molière costruisce con implacabile determinazione un “giallo” della coscienza, punteggiato da “delitti” contro la logica e la dignità, destinato a risolversi in un sorprendente “happy end”. Il testo di Mòliere rivela, una volta di più, la sua grande attualità, come sottolinea il regista Marco Sciaccaluga: «Tartufo è un avventuriero, che si serve della religione nello stesso modo in cui oggi si può fare della politica o della finanza. È un uomo primordiale, cui interessano solo il denaro, il mangiare e il sesso. Un miserabile che ha la fortuna di incontrare un povero pazzo, travolto dai sensi di colpa e dai complessi di inferiorità davanti a una società che sta cambiando. Prima ancora che Tartufo entri in scena, anche lo spettatore non ha alcun dubbio: la ragione sta tutta dalla parte di coloro che lo giudicano un impostore e un ipocrita. Molière non mette lo spettatore davanti a un caso morale e alla responsabilità di decidere chi ha torto e chi ha ragione. La verità sta con evidenza tutta da una parte, ma l’arte di Molière ci costringe a ridere del fatto che non basta vedere per non essere ciechi, costruendo il ridicolo proprio sullo scarto tra il pensiero e l’azione. In Il Tartufo a Molière riesce l’impresa grandiosa di rendere comica e interessante la stupidità umana».