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PREMIO TERZANI 2015 A “CONGO” DI DAVID VAN REYBROUCK

UDINECongo, l’emozionante reportage del giornalista belga David Van Reybrouck, edito in Italia da Feltrinelli, vince l’edizione 2015 del Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani, perché «rappresentazione “decisiva” ed esemplare di quel grande Paese e dell’intero continente africano», come ha sottolineato la Giuria presieduta da Angela Terzani Staude e composta da Giulio Anselmi, Enza Campino, Toni Capuozzo, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Álen Loreti, Ettore Mo, Carla Nicolini, Paolo Pecile, Peter Popham, Marino Sinibaldi, Valerio Pellizzari. «Il libro  – afferma ancora Angela Terzani – è completamente in sintonia con l’approccio di Tiziano al suo mestiere: quello dello studioso, dell’esploratore e del cercatore della “verità”.  Una verità che, secondo lui, non deve basarsi esclusivamente sui fatti, ma captare ciò che sta dietro ai fatti per poter parlare all’immaginazione del lettore e coinvolgerlo come fosse una storia che lo riguarda personalmente. Congo di David Van Reybrouck fa esattamente questo. Con la curiosità di un archeologo e l’attenzione di un antropologo, con lo scrupolo dello storico e l’elegante sensibilità di un poeta, con l’efficacia del giornalista d’inchiesta e il talento di un potente narratore, Van Reybrouck ci conduce per mano alla scoperta di un paese, di un popolo, di un continente».

actio DVRDefinito come “il più grande reportage africano dai tempi di Ryszard Kapuściński” – il grande giornalista e scrittore polacco morto nel gennaio 2007, fra i fondatori della giuria del Premio Terzani – Congo è un’opera voluminosa: 700 pagine che muovono dal gigantesco estuario del fiume Congo, per secoli area di accesso al continente africano di colonizzatori, missionari e predatori di ogni risma. Pagina dopo pagina, attraverso centinaia di interviste con congolesi di tutte le età e le etnie, attraverso indagini storiografiche e archeologiche, l’autore ci conduce con una scrittura asciutta e coinvolgente nel cuore del Paese e del continente africano. David Van Reybrouck, giovane laureato in architettura e ricercatore presso l’Università di Lovanio, è autore di numerosi altri libri ed è firma del quotidiano belga di lingua fiamminga De Morgen. Congo, che ha suscitato un sorprendente interesse internazionale, era entrato nella cinquina finalista del Premio Terzani 2015 con Tempo di seconda mano di Svetlana Aleksiević (Bompiani), No place to hide di Glenn Greenwald (Rizzoli), Il libro delle mie vite di Aleksandar Hemon (Einaudi) e La frontiera dei cani di Marie-Luise Scherer (Keller). «Portare all’attenzione e alla consapevolezza del grande pubblico, attraverso lo sguardo dei testimoni, mutamenti che investono il nostro presente e sono destinati a condizionare in modo significativo il futuro di tutti è il primo obiettivo del Premio», ricorda Angela Terzani. David Van Reybrouck sarà premiato sabato 9 maggio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine (ore 20.45), in occasione della serata clou del Premio Terzani, come sempre in programma nell’ambito del Festival Vicino/Lontano, quest’anno alla sua XI edizione. Condotta dall’attore Andrea Gherpelli, la serata sarà incentrata sul dialogo fra il vincitore 2015 del Premio Terzani e l’inviato della Stampa Domenico Quirico. Info www.vicinolontano.it

«Avorio, argento, oro e diamanti; e poi carbone, stagno, rame e caucciù; e infine petrolio, uranio e coltan per i nostri telefonini… e naturalmente schiavi: tutte queste ricchezze immense e maledette – spiega ancora la Giuria del Premio Terzani 2015, nelle motivazioni della scelta del vincitore – hanno segnato il destino tragico del Congo, la terra forse più sfruttata al mondo, non solo dall’uomo bianco. La colonizzazione belga prima, lo sfruttamento delle multinazionali poi, e ora la Cina; le lotte fra diverse etnie votate al massacro reciproco, i genocidi di regimi tirannici e sanguinari o di predatori senza scrupoli; la fame, la guerra, le malattie endemiche e la piaga dell’aids formano un paesaggio apocalittico nella vita quotidiana dei congolesi. Da sempre. Ma la forza del libro Congo, questa cronaca di sventure senza fine, è data dal fatto che la ascoltiamo dalla voce dei testimoni diretti. In centinaia di interviste, personaggi talvolta molto longevi raccontano all’autore e a noi lettori, con la forza di una verità vissuta, i loro ricordi personali, fin dall’arrivo dell’uomo bianco in una terra non sua, mentre tutt’intorno, misteriosa nella sua incomparabile bellezza, si sente respirare la giungla equatoriale del gigantesco fiume che dà nome al Paese. Una narrazione a più voci, ma essenziale e potente, ricostruisce così l’immagine, tra passato e presente, di un intero popolo. E il Paese Congo non solo è il protagonista, ma diventa anche il narratore di se stesso, rivelandosi in tutta la sua martoriata umanità; è voce corale che parla di sé e che si lascia raccogliere da chi ne vuole condividere il messaggio. Perché Congo potrebbe anche essere un insegnamento oggettivo per chi si autodefinisce civilmente avanzato, ma non sa riconoscere di essere troppo assuefatto e spesso indifferente alle sofferenze dei popoli e alle devastazioni del territorio proprio e altrui».

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