Open for everything è lo spettacolo di Constanza Macras con cui Teatro Contatto ha deciso di chiudere la stagione numero 33. Uno spettacolo coinvolgente con cui la regista getta gli spettatori in un mondo, quello dei rom, raccontandone con delicatezza le loro vite, le loro passioni, le loro disperazioni.
Il sipario si apre ed è tutto buio, solo due luci ad illuminare il palco: è una macchina, una mercedes da cui esce un numero indefinito di attori. In lontananza si intravede un container, una sorta di porta tra l’interno e l’esterno di un mondo, di un gruppo, quello dei rom d’Europa che ha deciso dopo anni di nomadismo di diventare stanziale senza però riuscire, o volere, integrarsi completamente. Così gli attori si alternano sul palco e raccontano le loro vite fatte di malinconie, di droga, di prigioni sempre con un fondo sottile di ironia e tristezza. Poi la musica, struggente e travolgente allo stesso tempo sottolinea e scandisce i racconti; musica che è essa stessa parte integrante della cultura gipsy e fa da sottofondo ai balli che trasmettono un’energia davvero contagiosa.
Lo spettacolo nasce da un attento studio sul campo della regista, una ricerca puntuale sui differenti modi di vivere, stili di danza e musica dei rom in Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Il risultato è un interessante spettacolo che riesce a mescolare virtù e pregiudizi di un’etnia ancora oggi ghettizzata nei “campi”. Ma la denuncia di una situazione per cui i più fanno finta di non vedere viene resa dalla Macras come esplosione di una danza vigorosa e orgogliosa capace di rendere meno netti i confini di tradizioni e culture diverse. Dove semplicemente bisogna “essere aperti a tutto”. Si replica stasera sempre per Teatro Contatto al Teatro Nuovo Giovanni da Udine alle 20.45
Maria Teresa Ruotolo