Prosegue al Teatro Miela la rassegna CINEM@TEATRO, ciclo di film all’incrocio tra le arti del palcoscenico e il cinema, organizzata da Bonawentura con La Cappella Underground e la Casa del Cinema di Trieste.
Martedì 19 maggio alle ore 19.00 e 21.00 in programma un appuntamento speciale in collaborazione con S/Paesati: il regista isontino Ivan Gergolet presenterà il suo documentario DANCING WITH MARIA e incontrerà il pubblico alle ore 20.15, fra le due proiezioni. Il film è dedicato alla leggendaria danzatrice, coreografa e danzaterapeuta argentina Maria Fux; nei suoi corsi ballano insieme danzatori di qualsiasi condizione ed estrazione sociale. Ora, a 93 anni, dopo aver sperimentato e trasmesso agli altri per tutta una vita il suo metodo, Maria Fux ha preso in consegna un’ultima allieva, forse la più difficile: se stessa. Primo documentario ad essere stato selezionato alla Settimana della Critica di Venezia, il film prodotto da Transmedia (“Zoran, mio nipote scemo”) e realizzato con il sostegno del Fondo Regionale Audiovisivo FVG ha raccolto al Lido un grande consenso di critica e pubblico e si è aggiudicato il Premio Civitas Vitae.
A più di 90 anni, con molte sfide e traguardi alle spalle, la celebre e affascinante danzatrice argentina Maria Fux non ha perso la vèrve e la grazia che ne hanno fatto una delle grandi stelle della danza. Nella sua casa-studio di Buenos Aires, Maria Fux ha una missione, quella di trasformare i limiti di ognuno in risorse con la danza e la simbiosi con la musica. Nei suoi corsi ballano insieme danzatori di qualsiasi condizione ed estrazione sociale, uomini e donne con malattie fisiche e mentali, tutti alla scoperta di se stessi e degli altri. Perché «la danza è l’incontro di un essere con gli altri». L’incontro con l’energia e la danza di Maria cambiano la vita di chi l’incontra. Ora, dopo aver sperimentato e trasmesso agli altri per tutta una vita il suo metodo basato sulla percezione dei ritmi interni e sulla simbiosi con la musica, Maria Fux ha preso in consegna un’ultima allieva, forse la più difficile: se stessa.
Scrive il regista Ivan Gergolet nelle note di regia del film: «Ho conosciuto personalmente Maria Fux nel febbraio 2010, quando ho accompagnato mia moglie, che è una sua allieva da circa cinque anni, a un seminario nel suo studio di Buenos Aires. Il film è frutto di un rapporto personale con Maria Fux che dura da più di tre anni, periodo in cui ho osservato le sue lezioni, studiato i suoi libri e dialogato incessantemente con lei sul rapporto fra cinema e danza, corpo e macchina da presa. Anche se la sua storia personale contiene degli episodi di grande interesse, ho deciso di non sviluppare un film biografico, ma di concentrarmi sugli aspetti più interessanti del suo lavoro ai giorni nostri. Grazie a questa frequentazione ho potuto guadagnare la sua fiducia e ampliare il mio accesso al suo mondo personale, tanto da essere il primo cineasta ad avere il permesso di filmare i suoi seminari. L’energia che lei conserva fa parte del mistero che questo film vuole indagare. Da dove arriva la forza che la fa danzare ancora oggi, a 90 anni? Maria sta vivendo un conflitto forte con il suo vecchio corpo. Il rapporto con i suoi limiti entra a far parte del suo metodo e rappresenta la porta per indagare la sua intimità. Nel mio film racconto Maria Fux e i cambiamenti che la sua danza porta nella vita delle persone: non grandi rivoluzioni che modificano la società, ma intime prese di consapevolezza che cambiano gli individui. Maria Fux e il suo mondo non solo sono impregnati di arte e poesia, ma anche dei valori che questa donna sparge e insegna. L’inclusione, l’accettazione, il punto di vista sul corpo dell’altro non solo si manifestano come valori di civiltà, ma anche come fondamenti di una bellezza misteriosa che ogni essere umano porta in sé.»
Il regista Ivan Gergolet, nato a Monfalcone (Gorizia) nel 1977, è laureato al DAMS di Bologna e ha girato cortometraggi documentari (“Akropolis”, 2005; “Making Archeo Films”, 2011) e di finzione (“Quando il fuoco si spegne”, 2005; “Polvere”, 2009; “La collezione di Medea”, 2009; Ouverture, 2010). I suoi lavori trattano principalmente del rapporto fra memoria e rimozione. “Dancing with Maria” è il suo lungometraggio documentario d’esordio.
La protagonista Maria Fux (Buenos Aires, 1922), danzatrice, coreografa e danzaterapeuta argentina di grande esperienza artistica e pedagogica, svolge da quarant’anni il lavoro di formazione alla danzaterapia in vari paesi dell’America e dell’Europa, nei quali è ampiamente praticato il suo metodo per il recupero psicofisico attraverso il movimento creativo in diverse situazioni di handicap. La sua carriera di ballerina inizia molto precocemente. Tra il 1954 e il 1960 è una delle prime ballerine del Teatro Colon di Buenos Aires, protagonista di tournée di successo negli Stati Uniti, Polonia, Russia, Perù, Brasile e Uruguay. Dal 1960 al 1965 dirige il “Seminario di Danza” all’Università Nazionale di Buenos Aires. Successivamente svolge un’intensa attività di recital e seminari didattici in molte città dell’America Latina, dell’Europa e del Medio Oriente. Nel 1968 presenta al Congresso Internazionale di Musicoterapia, che quell’anno si svolge a Buenos Aires, una relazione sul tema “La danza come terapia” dove per la prima volta si parla dell’importanza della danza come mezzo educativo ed espressivo per gli audiolesi. Da quel momento Maria Fux diventa un punto di riferimento in Europa e nelle Americhe per la formazione alla danzaterapia. Nel 1980 inizia la collaborazione in Italia con Lilia Bertelli con la quale fonderà a Firenze nel 1989 il Centro Toscano di Formazione in Danzaterapia “Maria Fux”. Il 14 maggio 2002 viene nominata “cittadina illustre” di Buenos Aires.
organizzazione: Bonawentura in collaborazione con La Cappella Underground e S/paesati Ingresso € 4,00