– Compositore, linguista, intellettuale e animatore culturale, Pavle Merkù è stato probabilmente il più importante ricercatore etnomusicologico del confine orientale, avendo registrato e trascritto centinaia di canti delle parlate dialettali slovene della Val Resia, del Natisone, del Torre, del Cornappo e del Carso Triestino. Scomparso nell’ottobre 2014, sarà ricordato con un’affettuosa dedica dal Conservatorio Tartini di Trieste e in particolare dalla classe di composizione, nel concerto in programma mercoledì 20 maggio 2015, alle 20.30 in Sala Tartini.
“Omaggio a Pavle Merkù” offrirà un’ampia panoramica, per strumento solista e per duo strumentale, dell’arco creativo del compositore: scorreranno oltre cinquant’anni della traiettoria stilistica segnata negli anni ’50 dalle tendenze post-dodecafoniche e quindi approdata ad una sintesi omogenea quanto personale. Un posto di primo piano, nella composizione del Maestro Merkù, ha certamente occupato la produzione strumentale, sviluppatasi in parallelo alla scrittura vocale e corale. Negli ultimi anni della sua vita Merkù aveva fatto dono della sua visita agli allievi del conservatorio di Trieste e, in quell’occasione, aveva saputo comunicare, con la lucidità e l’eleganza anche verbali che gli erano proprie, le radici e le ragioni del suo sguardo artigianale ed estetico. A distanza di pochi anni dall’ultima visita, gli studenti stessi si propongono di onorare la memoria di Pavle Merkù in un concerto a lui dedicato. All’omaggio degli studenti si affianca il tributo affettuoso e grato dei molti docenti che hanno avuto modo di frequentare musica, generosità e intelligenza. L’ingresso è libero previa prenotazione, info tel. 040.6724911, www.conservatorio.trieste.it
Classe 1927, nato da padre sloveno, madre italiana e con una nonna tedesca, Pavle Merkù si è laureato in Filologia slava (Lubiana, 1950) e in Lettere moderne (Roma, 1960). Ha studiato violino con il padre e Cesare Barison, composizione con Ivan Grbec e Vito Levi, ambedue allievi di Antonio Smareglia. Responsabile dei programmi musicali e collaboratore ai programmi culturali (1965-1987) per RAI Fvg – redazione slovena, ha composto musica da camera e sinfonica, ma ha rivolto l’attenzione soprattutto alla voce umana, scrivendo Lieder per voce sola e con accompagnamento strumentale, cantate per voci soliste e/o coro, gruppi strumentali o orchestra, l’opera lirica La Libellula – rappresentata al Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” di Trieste (1976) e all’Opera di Maribor (1985-1986) – musica per coro a cappella su testi greci, latini, sloveni, italiani, friulani e sardi; ha elaborato canti di tradizione orale sloveni e italiani per coro e per voci soliste con accompagnamento strumentale; ha dedicato particolare attenzione alla voci bianche. Sue musiche sono state eseguite in tutti i continenti.