PER DOCUMENTARE LA RICERCA ARCHEOLOGICA
I positivi presenti a La grande Trieste, firmati dal fotografo dei Civici musei Pietro Opiglia, vennero realizzati da una macchina fotografica prodotta nel 1902 ed esposta in mostra al Salone degli Incanti: la fotocamera Royal Ruby della Thornton-Pickard Manufacturing Co. versione 6 ½” x 8 ½”, equipaggiata con un otturatore a tendina posto tra l’obiettivo e il soffietto.Tra le carte d’archivio del 1912, scopriamo la richiesta d’esenzione dal dazio per una magnifica “camera fotografica, la Royal Ruby, senza obiettivo, gr[andezza] 13×18, cinque doppi chassis, tre tavolette supplementari, un piedistallo col relativo sacco a fodera di tela e pelle”, da acquistare direttamente presso Thorton-Pickard Company ad Altricham in Inghilterra.Nel carteggio il direttore Alberto Puschi è costretto a specificare l’uso per cui sarà impiegata. Il programma è chiaro: si devono continuare le campagne di assunzioni dei monumenti, rovine, strade nel territorio di Trieste, Istria, Gorizia per completare la carta topografica archeologica in questa regione, “per rilevare le scoperte di antichità in seguito a scavi eseguiti dal museo stesso, prendere copia di chiese, edifici ed altre case notevoli …, per riprodurre gli oggetti delle collezioni del museo stesso che per la loro mole o posizione non possono fotografarsi che mediante apparati speciali”.