Palmanova, 24 luglio 2015 – Con la sentenza del Consiglio di Stato si “riaprono i giochi” sull’elettrodotto Terna.
«C’è soddisfazione per il risultato ottenuto – sottolinea il sindaco di Palmanova Francesco Martines -, noi ci credevamo e abbiamo cercato in tutti i modi di porre la massima attenzione su questa delicata questione. È chiaro che ora con il vizio sulla VIA (valutazione impatto ambientale) che i “giochi” si riaprono. Ci troviamo a metà strada tra un paesaggio devastato e un grande rischio di impresa per Terna. A mio avviso la società avrebbe dovuto aspettare prima la sentenza del Consiglio di Stato e solo secondariamente dare il via ai lavori. È una partita che si apre per Palmanova e, in particolar modo per la salvaguardia del territorio di Jalmicco, perché noi siamo abbiamo sempre sostenuto due possibili alternative: o l’interramento dell’elettrodotto o la terza via: utilizzare il 60% della linea esistente con 200mila volt che, di fatto, va a impiegare aree del territorio di fatto già in uso».
Soddisfazione quindi da parte del primo cittadino della città stellata ma anche «cautela nel percorso e grande attenzione per questa importante questione che andrà certamente a riaprirsi».
«La sentenza del Consiglio di Stato, una volta notificata a Terna, di fatto, bloccherà intanto l’iter di avanzamento dei lavori – continua Martines -. Si aprirà una partita politica con la Regione Fvg e con tutti i sette Comuni interessati. Certamente il danno creato all’ambiente è grande e tornare indietro comporta dei problemi ma ritengo che sicuramente i Comuni, Palmanova in particolare, saranno molto vigili su quello che sarà il nuovo percorso dell’opera».
L’Amministrazione comunale aveva cercato nei mesi scorsi, in tutti i modi, con i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato e numerose richieste scritte, di ottenere da Terna e dal Ministero una revisione del tracciato dell’elettrodotto, per mantenere il percorso originale del tracciato e rimediare così alla scelta della precedente amministrazione che ha invece avvicinato i tralicci all’abitato di Jalmicco per salvaguardare un’area industriale mai realizzata.