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LIGNANO, GIOVEDI’ 3 SETTEMBRE ORE 18.30 PALAPINETA: SATYRICON 2.0 DI GIAN MARIO VILLALTA

LIGNANO, GIOVEDI’ 3 SETTEMBRE ORE 18.30 PALAPINETA: SATYRICON 2.0 DI GIAN MARIO VILLALTA

Gran finale per l’edizione 2015 degli “Incontri con l’autore e con il vino”, promossi dall’Associazione Lignano nel terzo Millennio e curati daAlberto Garlini: una vetrina letteraria che ha visto sfilare nelle settimane estive, – con straordinaria partecipazione di pubblico, alcuni dei maggiori protagonisti della scena narrativa italiana: da Marcello Fois a Gianrico Carofiglio, da Mauro Corona a Corrado Augias e Sveva Casati Modignani. Giovedì 3 settembre, come semprealle 18.30 al Palapineta, appuntamento con lo scrittore Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge, a Lignano con il suo ultimo romanzo, “Satyricon 2.0” (Mondadori), che rannoda i fili del capolavoro di Petronio alla nostra attualità. La sfida di una riscrittura del Satyricon in cui ogni dettaglio del romanzo antico acquista senso alla luce di oggi, specchio deformato di un

Gran finale per l'edizione 2015 degli "Incontri con l'autore e con il vino", promossi dall'Associazione Lignano nel terzo Millennio e curati da Alberto Garlini: una vetrina letteraria che ha visto sfilare nelle settimane estive, – con straordinaria partecipazione di pubblico, alcuni dei maggiori protagonisti della scena narrativa italiana: da Marcello Fois a Gianrico Carofiglio, da Mauro Corona a Corrado Augias e Sveva Casati Modignani. Giovedì 3 settembre, come sempre alle 18.30 al Palapineta, appuntamento con lo scrittore Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge, a Lignano con il suo ultimo romanzo, "Satyricon 2.0" (Mondadori), che rannoda i fili del capolavoro di Petronio alla nostra attualità. La sfida di una riscrittura del Satyricon in cui ogni dettaglio del romanzo antico acquista senso alla luce di oggi, specchio deformato di un presente riconoscibilissimo popolato di ricercatori universitari che, dopo dottorati, master e assegni di ricerca, ancora stentano a rimediare la cena. L'incontro sarà come sempre accompagnato da una degustazione di grandi vini, in questo caso quelli dell'azienda Le due Torri, selezionati dall'enologo Giovanni Munisso. Ingresso libero, info: http://www.lignanonelterzomillennio.it  "Satyricon 2.0" trova ispirazione nell'intuizione di un professore di Lettere che rilegge ogni anno i classici per i suoi studenti: arriva il giorno in cui gli appare lampante che uno di quei libri rivela in filigrana una storia più attuale che mai. I protagonisti del Satyricon di Petronio non sono imbranati eterni studenti, ma due intellettuali raffinati - il meglio che la cultura del loro tempo produce - e il liberto Trimalchio non è solo un supercafone degno dei nostri peggiori rotocalchi, ma un individuo incapace di darsi ragione del fatto che la cultura non voglia adattarsi alla sua superficialità e mancanza di finezza: tutto il resto se lo può comprare, perché la cultura no? E questi giovani come si permettono di ridere di lui, quando non riuscirebbero a mettere in tavola neppure un millesimo di quanto abbonda nei suoi banchetti? Ecco allora che Villalta accetta la sfida di una riscrittura del Satyricon in cui ogni dettaglio del romanzo antico acquista senso alla luce di oggi. Protagonisti sono qui dei giovani ricercatori universitari, che dopo dottorati, master e assegni di ricerca ancora stentano a rimediare la cena. Percorrendo l'Italia da un deprimente Nordest in piena crisi verso una Roma splendida e decadente e ancora oltre, fino in Sardegna, il testo antico rivela una serie incalzante di possibilità narrative, libere da ogni tabù, dove sesso e amore, ambizione e rabbia si mescolano in sorprendenti vicende di vita da nerd postadolescenti, belli e arroganti, scazzati e pronti a scegliere l'avventura in cambio del niente che la vita gli offre. Una spietata energia critica percorre tutto il racconto, insieme alla "favola" dell'impotenza, che è l'impossibilità di incidere sugli eventi pur leggendoli con infallibile lucidità. In una narrazione scatenata, intessuta di guizzi amari ed esilaranti, il capolavoro classico diventa lo specchio deformato di un presente riconoscibilissimo, nel quale la cultura appare dissacrabile da chi ce l'ha e sacra per chi non sa neanche dove sta di casa: nel quale non sembra esserci posto per dei giovani appassionati, lucidi e insieme sinceramente incantati dalla materia dei loro studi. Una "favola" corrosiva e sorridente, scritta con un'eleganza pari solo al divertimento e allo stupore di chi legge, e capace di mostrarci noi stessi come non avevamo mai osato guardarci. Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pasiano nel 1959. Dopo studi scientifici si è laureato in Lettere Moderne all'università di Bologna. Sono dei primi anni Ottanta le sue prime pubblicazioni in rivista, per esempio "il verri" di Luciano Anceschi, "Studi di Estetica" e "Alfabeta". Negli anni successivi scrive anche su "ClanDestino", "Tratti", "Nuovi Argomenti", "Testo a Fronte", "Baldus", "Diverse Lingue". Dal 1984 insegna in un Liceo Scientifico a Pordenone. Dal 2002 è Direttore Artistico di pordenonelegge.it, dal 2013 è presidente di giuria del Premio Castello di Villalta Poesia. Premio Viareggio Poesia 2011, ha composto raccolte di poesie tradotte in antologie e riviste in francese, inglese, sloveno, serbo, olandese. Prima di "Satyricon 2.0" ha pubblicato "Un dolore riconoscente", Transeuropa 2000 (racconti), "Tuo figlio", Mondadori 2004, vincitore  dei premi Vittorini e Fenice Europa, supervincitore del Napoli, vincitore del "primo romanzo italiano" a Chambery; "Vita della mia vita", Mondadori 2006 e "Alla fine di un'infanzia felice", Mondadori 2013, finalista ai premi Dessì e Fabriano.

presente riconoscibilissimo popolato di ricercatori universitari che, dopo dottorati, master e assegni di ricerca, ancora stentano a rimediare la cena. L’incontro sarà come sempre accompagnato da una degustazione di grandi vini, in questo caso quelli dell’azienda Le due Torri, selezionati dall’enologo Giovanni Munisso. Ingresso libero, info: http://www.lignanonelterzomillennio.it 

“Satyricon 2.0” trova ispirazione nell’intuizione di un professore di Lettere che rilegge ogni anno i classici per i suoi studenti: arriva il giorno in cui gli appare lampante che uno di quei libri rivela in filigrana una storia più attuale che mai. I protagonisti del Satyricon di Petronio non sono imbranati eterni studenti, ma due intellettuali raffinati – il meglio che la cultura del loro tempo produce – e il liberto Trimalchio non è solo un supercafone degno dei nostri peggiori rotocalchi, ma un individuo incapace di darsi ragione del fatto che la cultura non voglia adattarsi alla sua superficialità e mancanza di finezza: tutto il resto se lo può comprare, perché la cultura no? E questi giovani come si permettono di ridere di lui, quando non riuscirebbero a mettere in tavola neppure un millesimo di quanto abbonda nei suoi banchetti? Ecco allora che Villalta accetta la sfida di una riscrittura del Satyricon in cui ogni dettaglio del romanzo antico acquista senso alla luce di oggi. Protagonisti sono qui dei giovani ricercatori universitari, che dopo dottorati, master e assegni di ricerca ancora stentano a rimediare la cena. Percorrendo l’Italia da un deprimente Nordest in piena crisi verso una Roma splendida e decadente e ancora oltre, fino in Sardegna, il testo antico rivela una serie incalzante di possibilità narrative, libere da ogni tabù, dove sesso e amore, ambizione e rabbia si mescolano in sorprendenti vicende di vita da nerd postadolescenti, belli e arroganti, scazzati e pronti a scegliere l’avventura in cambio del niente che la vita gli offre. Una spietata energia critica percorre tutto il racconto, insieme alla “favola” dell’impotenza, che è l’impossibilità di incidere sugli eventi pur leggendoli con infallibile lucidità. In una narrazione scatenata, intessuta di guizzi amari ed esilaranti, il capolavoro classico diventa lo specchio deformato di un presente riconoscibilissimo, nel quale la cultura appare dissacrabile da chi ce l’ha e sacra per chi non sa neanche dove sta di casa: nel quale non sembra esserci posto per dei giovani appassionati, lucidi e insieme sinceramente incantati dalla materia dei loro studi. Una gianmario_villalta_satyricon_2.0“favola” corrosiva e sorridente, scritta con un’eleganza pari solo al divertimento e allo stupore di chi legge, e capace di mostrarci noi stessi come non avevamo mai osato guardarci.

Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pasiano nel 1959. Dopo studi scientifici si è laureato in Lettere Moderne all’università di Bologna. Sono dei primi anni Ottanta le sue prime pubblicazioni in rivista, per esempio “il verri” di Luciano Anceschi, “Studi di Estetica” e “Alfabeta”. Negli anni successivi scrive anche su “ClanDestino”, “Tratti”, “Nuovi Argomenti”, “Testo a Fronte”, “Baldus”, “Diverse Lingue”. Dal 1984 insegna in un Liceo Scientifico a Pordenone. Dal 2002 è Direttore Artistico di pordenonelegge.it, dal 2013 è presidente di giuria del Premio Castello di Villalta Poesia. Premio Viareggio Poesia 2011, ha composto raccolte di poesie tradotte in antologie e riviste in francese, inglese, sloveno, serbo, olandese. Prima di “Satyricon 2.0” ha pubblicato “Un dolore riconoscente”, Transeuropa 2000 (racconti), “Tuo figlio”, Mondadori 2004, vincitore  dei premi Vittorini e Fenice Europa, supervincitore del Napoli, vincitore del “primo romanzo italiano” a Chambery; “Vita della mia vita, Mondadori 2006 e “Alla fine di un’infanzia felice”, Mondadori 2013, finalista ai premi Dessì e Fabriano.

 

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