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Teatro Contatto 34: dal 1 novembre torna la stagione del CSS a Udine /Teatro Palamostre e S.Giorgio

Teatro Contatto 34: dal 1 novembre torna la stagione del CSS a Udine /Teatro Palamostre e S.Giorgio

Teatro Contatto 34: dal 1 novembre 2015 torna la stagione del CSS con le sue nuove proposte artistiche – fra ospitalità e produzione – che declinano il Presente nei discorsi e nei format artistici che stanno imprimendo nuovi segni di contemporaneità e innovazione sulla scena delle arti performative.
Teatro Contatto 34 è un progetto ideato dalla direzione artistica del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG (Alberto Bevilacqua, Rita Maffei, Fabrizia Maggi, Luisa Schiratti) con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Udine, con il sostegno di Amga Energia & Servizi – Società del Gruppo Heracomm e Banca di Udine.

La nuova stagione gravita attorno ad un tema-guida, che ha ispirato l’intero progetto artistico triennale del CSS: Pubblico e privato nel nuovo Millennio.
Artisti, compagnie e spettatori sono coinvolti in un itinerario di spettacoli dove centrale è la questione della “relazione“, visitata nel suo stratificarsi di sensi e dinamiche e dove ad essere indagati sono i suoi diversi livelli, dal più intimo (rapporto 1:1), al livello delle relazioni private e personali (rapporto 1:10), sociali (1:1000), fino a quelle pubbliche e globali (1:100.000 e oltre).

“Ci rivolgiamo all’arte per indagare i cambi di paradigma che le crisi, i faccia a faccia delle culture, la globalizzazione stanno imprimendo alle nostre relazioni.  Relazioni d’arte e relazioni di vita, con la nostra coscienza, nello stare in una coppia, nell’identità di un gruppo, in un luogo, in un social network.
Relazioni intime, interpersonali, sociali, politiche, spirituali, con noi stessi, con chi amiamo, con chi incontriamo in rete, con le persone con cui scambiamo idee e passioni, dividiamo un’aula, un ufficio, un teatro, un viaggio”.

Al tema guida delle relazioni si ispira anche la nuova campagna di TC34 ideata da Think Work Observe di Piero Di Biase e Alberto Moreu. Il video promo è di Mattia Balsamini e di Edoardo Vojvoda.

Un filo rosso nella stagione di TC34 sarà anche la relazione con Pier Paolo Pasolini, un poeta che vive nella sua eredità e che sarà al centro di un progetto di produzione CSS intitolato Viva Pasolini!

“Pasolini proprio quest’anno sarà molto celebrato.
Per noi Pasolini è stato un costante punto di riferimento, di potente ispirazione, in tutti questi anni di attività culturale. Viva Pasolini! sarà semplicemente un tornare –  ancora una volta – a far riferimento alla sua opera, al suo sperimentare, alla sua multidisciplinarietà, del tutto pionieristica, alla sua bruciante urgenza espressiva, visionaria e profetica.

Viva Pasolini! è composto da sette passaggi di testimone, sette possibili interpretazioni e altrettanti attraversamenti che esclamano la vitalità e la totale attualità delle molteplici istanze dell’opera e del pensiero pasoliniano. Il progetto può contare sulla collaborazione del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa.
Per farlo ci siamo rivolti ad alcuni artisti con cui lavoreremo per tutto il prossimo triennio, in forma di coordinamento artistico: Giuseppe Battiston, Rita Maffei, Fabrizio Arcuri, ricci/forte, Luigi Lo Cascio, Virgilio Sieni. Con loro abbiamo costruito una progettualità che parte dal corpus dell’opera e dalla sua biografia, ma al contempo ne diventa un attraversamento, cogliendo “passaggi di testimone”, anche in altri autori e opere che ne rispecchino l’eredità di pensiero e culturale”.

Non c’è acqua più fresca
– con protagonisti Giuseppe Battiston e Piero Sidoti, diretti da Alfonso Santagata su una drammaturgia di Renata Molinari – si ispira alla relazione con la sostanza stessa della prima poesia di Pasolini: la relazione di un poeta con i miti della propria gioventù, le storie di famiglia, la vita “rustica” di Casarsa, l’attrazione ispiratrice verso una lingua vivace e tutta nuova come il friulano della madre.

Alla dimensione poetica di tutta l’opera di Pasolini si indirizza anche Luigi Lo Cascio con Il sole e gli sguardi, per una creazione teatrale di forte dimensione visiva e sonora.

Rita Maffei lavora sul formato breve per ricostruire in uno scompartimento di treno virtuale il viaggio di Pasolini da Casarsa a Roma, nel 1950. Anche avvalendosi della consulenza scientifica di Angela Felice, Il treno è un progetto per uno spettacolo in dodici episodi (30 minuti l’uno), per replicare la durata di quel viaggio di sei ore e ritrovare alcune risposte sul nostro rapporto con un luogo, con una comunità, con le nostre aspirazioni.

Dall’idea di un sopralluogo di ispirazione pasoliniana per un ipotetico “film sull’esodo” in cui la relazione centrale è quella della “cura dell’altro”, del sostegno e della solidarietà, Virgilio Sieni sta creando a Udine con un gruppo di partecipanti che riunisce semplici cittadini, giovani danzatori, appassionati. Fuga Pasolini_Ballo 1922  inaugurerà – assieme a Non c’è acqua più fresca – la nuova stagione TC34 l’1 novembre, data del quarantennale della morte di Pasolini.

Sempre a TC34, Virgilio Sieni presenterà anche Dolce vita, cinque quadri coreografici alla ricerca del senso di una comunità per un viaggio che riflette sul dolore e la bellezza, la pietà e la leggerezza.

A partire dagli stimoli dei celebri articoli “corsari” e in generale dal pensiero e dall’opera militante di Pasolini nel furore degli anni ’70, Fabrizio Arcuri ha scelto di uscire dalla lettera pasoliniana e di mettere in scena Materiali per una tragedia tedesca di Antonio Tarantino, densa pièce e raffinato cabaret postmoderno sugli anni di piombo, per realizzare un serial teatrale a puntate per 85 personaggi interpretati da una quindicina di attori professionisti, neodiplomati dell’Accademia Nico Pepe e non professionisti.

Non poteva sottrarsi all’appello di un dialogo serrato con l’eredità di Pasolini l’ensemble di ricci/forte, instancabile nell’interrogarsi sulle Metamorfosi del presente: lo faranno con un site-specific – La ramificazione del pidocchio – ispirato all’analisi sociologica che Pasolini fece della società dei consumi e un’istantanea sull’oggi che offra strumenti di resistenza, nello stile inconfondibile del loro teatro. Seguirà poi Ultimo inventario prima di liquidazione, uno spettacolo per restituire il disperato bisogno di etica che Pasolini denunciava soprattutto dalle ultime pagine della sua opera.

Pasolini e Fassbinder, nell’opera e nella vita, sono stati spesso associati e oggetto di parallelismi. Simile vitalismo, comune passione per il proletariato e i popoli del sud del mondo, stesso furore produttivo, analoga volontà di rendere l’opera d’arte un’opera accessibile e popolare. Stessa morte prematura. Nel suo nuovo avvicinamento a Fassbinder, intitolato Ti regalo la mia morte, Veronika, Antonio Latella ci porta in un viaggio allucinato della mente in cui Veronika Voss, l’ultima sua eroina, incontra altre figure femminili del suo cinema, in una Germania non ancora del tutto guarita dalle ferite del passato, in una corsa senza protezioni.

TC34 si articola anche nell’aspetto della fruizione degli spazi cittadini e delle modalità di coinvolgimento del pubblico nel progetto Tx2, un nuovo dispositivo spazio-temporale che connette i Teatri Palamostre e S. Giorgio come luoghi teatrali in continua interazione.
Tx2 è un progetto che integrerà l’offerta culturale e di spettacolo dal vivo anche di altre realtà attive a Udine e in FVG e per il CSS sarà inoltre la sede di altri progetti (come il Contatto TIG teatro per le nuove generazioni, Contatto TIG in famiglia e altri). Già a dicembre sono in programma a Tx2 i debutti di nuovi spettacoli del Teatro Incerto (S-glaçât) e del Teatrino del Rifo (Cannibali brava gente), coprodotti dal CSS.

Per quanto riguarda TC34, per tutta la stagione Tx2 proporrà serate a doppio spettacolo (dove a susseguirsi sono due spettacoli nello stesso teatro o nelle due sale, facendo viaggiare nella città il pubblico, da una sala all’altra), utilizzo delle sale grandi e sale ridotto dei due teatri, nonché l’apertura di altri spazi con installazioni o performance in site specific.

Il sistema Tx2 è anche il fulcro dell’attività del CSS come nuovo Centro di produzione teatrale.

Le nuove produzioni CSS stanno trovando come sede di allestimento i due teatri e hanno in programma il loro debutto in prima assoluta o italiana nel corso della stagione di TC34.

Alle sette produzioni del progetto Viva Pasolini!, si aggiunge The Ghosts, una nuova creazione della coreografa argentina Constanza Macras/Dorky Park. Lo spettacolo che ha appena debuttato in prima mondiale, in coproduzione con la Schaubühne di Berlino e altri prestigiosi partner internazionali, a Udine sarà presentato a TC34 il 21 aprile, in occasione dell’anteprima del Far East Film Festival 18 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. A TC34 ci sarà la nuova produzione di StarART, una start up con cui il CSS sosterrà da questo triennio le arti performative e artisti e compagnie emergenti, quest’anno assegnata alla giovane artista serba Ksenija Martinovic e al suo Diario di una casalinga serba (miglior monologo al Premio giovani realtà del teatro 2014).

La stagione TC34 prosegue con alcune novità della nuova scena italiana, con Motus/Silvia Calderoni, Deflorian/Tagliarini, Marta Cuscunà e con un importante panorama della danza contemporanea italiana e internazionale con Simona Bertozzi, Daniele Albanese, Marta Bevilacqua-Leonardo Diana, Arkadi Zaides.

Il tema della relazione con la propria identità o, meglio, con la molteplicità dei “generi”, l’appartenenza, il gender-bender, il divenire del corpo e della persona in relazione alle categorie identitarie codificate dalla società, è affrontato nell’esplosiva performance di MDLSX, creata da Motus per Silvia Calderoni, un potentissimo mix di autobiografia e riflessi letterari del romanzo di Jeffrey Eugenides, “Middlesex”.

Anche Marta Cuscunà indaga nel suo nuovo spettacolo – Sorry, Boys – sui generi, ruoli, potere biologico e violenza fra le mura domestiche, entrando nelle pieghe della storia – tratta dalla cronaca – di una piccola comunità americana. Racconta di 18 adolescenti che stringono un patto per rimanere incinte tutte contemporaneamente per allevare assieme i neonati, escludendo da questa scelta boyfriend, genitori, insegnanti, adulti.

Lo spunto di partenza per Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni di Deflorian/Tagliarini nasce dalle pagine di un romanzo del greco Petros Markaris, “L’esattore”. La storia di quattro anziane signore che si suicidano per scelta in un impeccabile appartamento di Atene per sfuggire alla nuova povertà, all’assenza dello Stato, all’impossibilità di curarsi, pone domande cruciali sul nostro rapporto con la crisi, nostra, europea e globale.

Le relazioni sono per certo uno dei fondamenti della danza contemporanea. Simona Bertozzi ne esplora la dimensione di gruppo, di comunità, nelle dinamiche del quintetto di danzatrici-branco nel suo Animali senza favola, dove il tratto dell’animalità si fa danza, respiro, oblio, ricerca di narrazione.

Le diverse identità della Natura ispirano il disegno coreografico di Daniele Albanese per Digitale Purpurea, un quartetto che danza sulla metamorfosi e l’energia, e In a landscape, suo assolo sul vivere urbano e i meccanismi che provocano cambiamenti e alterazioni di stato nel vivere quotidiano.

Il narcisismo, l’autoaffermazione, il sistema del successo sociale, il valore delle relazioni umane, sono le dicotomie su cui si addentra la danza di Marta Bevilacqua/Arearea e Leonardo Diana/Versiliadanza, con il nuovo Narciso_Io.

Il coreografo israeliano Arkadi Zaides apre gli archivi video di B’Tselem che documentano le violazioni dei diritti umani nei territori occupati, nel conflitto fra Israele e Palestina. In Archive, mentre il suo corpo assume su di sé, replica e riproduce le azioni e reazioni contenute in quelle immagini, ci interroghiamo sul potenziale di violenza contenuto in ogni corpo individuale e sul valore della partecipazione e responsabilità.

È con ogni probabilità casuale ma significativa la coincidenza di interesse per la scrittura evangelica e la sua possibile lettura nelle contraddizioni che stanno vivendo le religioni e la spiritualità nel presente, nei nuovi lavori di Ascanio Celestini e dello scrittore Sandro Veronesi.

Tratto dall’omonimo romanzo, Non dirlo è per Sandro Veronesi un’occasione per misurarsi con la scena in un monologo dove il rivoluzionario messaggio del Vangelo coincide con un racconto altrettanto nuovo, misterioso, d’azione. Una moderna macchina da conversione, dove il Cristianesimo riluce di tutta la sua primitiva potenza.

È un improbabile Cristo che guarda al mondo da un appartamento di periferia affacciato su un supermercato, il protagonista di Laika. Gli sta accanto solo un Pietro-emigrante che avrà la voce (fuori campo) di Alba Rohrwacher. Ascanio Celestini guarda alla crisi delle ideologie che anche le religioni – totalizzanti e dogmatiche come il cristianesimo, l’ebraismo e l’islam – stanno vivendo. Contraddizioni e incertezze che ci riportano a quelle del cristianesimo delle origini, frutto dell’ebraismo e seme dell’islam.

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