La città cambia nel corso degli anni, a volte in modo molto diverso da come ce la si era immaginata nelle decadi passate; per capire quindi come un centro come Udine si sia evoluto nel tempo e quali siano le innovazioni che bisogna aspettarsi in futuro abbiamo intervistato Enrico Pizza, Assessore della Giunta comunale con deleghe per traffico, trasporti, Piano della mobilità e rapporti operativi con Saf e altre aziende partecipate.
Iniziamo dal cantiere del parcheggio di piazza Primo Maggio: può dire “ce l’abbiamo fatta”?
Direi di sì. I lavori sono a buon punto, a novembre finirà la parte esterna della viabilità. È stato un lavoro da più di 10 milioni di euro, uno dei pochi, in periodo di crisi, che abbiamo avuto in Friuli Venezia Giulia e fra i pochi in Italia con queste modalità. Investimento che ha mosso l’economia in un momento in cui eravamo sottoposti al vincolo del patto di stabilità, quindi il paradosso era che con i fondi pubblici non potevamo fare asfaltature e marciapiedi; però quest’opera, poiché fatta direttamente da Ssm, è potuta nascere e svilupparsi.
L’altra grande opera è lo stadio, altro investimento da milioni di euro con una formula innovativa, la prima in Italia: darlo in concessione all’Udinese in modo che loro potessero investire. Alla fine questi soldi sono diventati materiali e lavoro. Sì, tornando al parcheggio ce l’abbiamo fatta. I tempi sono stati rispettati, nonostante gli imprevisti che ci sono in ogni cantiere, e riusciremo a chiudere per Santa Caterina per poi arrivare a dicembre con la viabilità riaperta e la possibilità di ridare alla piazza i 500 posti auto. L’unica cosa che cambia è che con la rotatoria di senso unico antiorario abbiamo aumentato il numero dei posti auto.
Finita la primavera, il parcheggio verrà aperto a tutti, con un’offerta aggiuntiva di 400 posti.
Sempre parlando della Piazza, c’è il progetto di collegarla con il Castello. Qual è il progetto e che risvolti avrà per la cittadinanza?
Non è ancora un progetto, è nelle linee programmatiche del Sindaco. Prioritario è il completamento della pedonalizzazione di via Mercatovecchio e dell’area pedonale con il controllo delle telecamere. Questo è un tema che viene dal precedente mandato e si è fermato per diversi motivi: primo tra tutti i contributi Pisus arrivati in ritardo, la Regione invece li ha sbloccati, poi per il patto di stabilità, dato che non potevamo spendere per far la gara nonostante ci fosse il progetto.
Nel secondo (mandato, ndr) c’è l’idea di collegare il colle con il Castello, ma è un progetto di riqualificazione architettonico e urbanistica della piazza. Finito il parcheggio è un lavoro da avviare, ma dobbiamo essere molto chiari su cosa andiamo a fare, perché quella cosa rimarrà. E poi servirà l’ok della Sovrintendenza per quanto riguarda il Castello, l’Elissi napoleonica e i palazzi che vanno dalla sede del Genio militare alla Basilica delle Grazie.
Per quanto riguarda la possibilità di trasformare in un grande parco verde la parte superiore del parcheggio, Pizza, leggendo i dati di un sondaggio di “Qualità del servizio” a riguardo, spiega che bisogna tener conto dell’Elissi napoleonica. Il suo disegno, infatti, non deve scomparire perché c’è il vincolo con la Sovrintendenza, però non esclude la possibilità di un’area verde lì nel rispetto dei vincoli.
Udine com’è messa per quanto riguarda il verde pubblico?
Sostanzialmente, il 40% del territorio è verde, tra quello pubblico e quello agricolo. Lo si vede a colpo d’occhio già dal piano regolatore (srotola una mappa della città larga quanto la sua scrivania, ndr) con i grandi parchi della città come il Cormor, e poi il verde agricolo. La situazione l’abbiamo trovata eccellente, abbiamo sempre tutelato il verde, il cemento non ha mai sedotto più di tanto Udine. I centri commerciali sono cresciuti sempre fuori dal comune, infatti. Abbiamo fatto due scelte chiare già nell’amministrazione Honsell I con il piano regolatore e mobilità: l’Assessore Santoro, oggi Assessore regionale, mise un vincolo con pochi uguali in Italia con zero metri cubi nuovi in più. Non solo, noi abbiamo tolto un milione di metri cubi di prevista edificabilità: una cifra enorme e in controtendenza. Con il vecchio piano regolatore si immaginava di fare della viabilità che noi abbiamo tolto, per lasciare percorsi verdi e di incredibile biodiversità. Abbiamo scelto di togliere un milione di metri quadri, pari a cento campi di calcio di strade in meno.
L’idea della Giunta è di portare il traffico il più possibile fuori dalla città, per renderne più parti possibili pedonale o quantomeno ZTL? O si limita a Mercatovecchio?
Si limita all’area del centro storico, all’interno circa della terza cinta muraria della città. Piazza Primo Maggio è un tassello, poi via Crispi, via Zanon, sicuramente possono entrare nella ZTL. Per scoraggiare gli attraversamenti “parassitari”, ossia chi passa da lì per tagliare e non per raggiungere il centro, rientra proprio il parcheggio di Primo Maggio: passare da lì per andare da Tarvisio a Lignano non porta nulla, se non il traffico. È comodo invece l’arrivo, perché sei proprio nel cuore del centro con il parcheggio. La circolazione, quindi, sarà spinta nell’orbitale per scaricare le nostre strade il più possibile dal traffico.
Sicuramente dovremo fare delle valutazioni politiche in maggioranza su piazza XX Settembre e San Cristoforo, che in questo momento hanno un regime ibrido. Per entrambe il ragionamento va completato, a me non piace la soluzione attuale e credo che la maggioranza dovrà scegliere. Per ora lasciamo solo due punti di domanda. Gli strumenti ci sono tutti e dotare il centro di 400 posti auto in più faranno sparire, spero, ogni discussione sugli stalli.
Poi ci saranno le zone 30, per cui abbiamo partecipato anche al bando della Regione quest’estate, a cui teniamo molto e il titolo si chiama “Udine slow town”, quindi una città lenta perché ci arrivano da tutte le parti richieste di abbassare i limiti. L’incidentalità sta calando molto in Italia, tranne purtroppo nelle città, e la sfida è quella: noi a Udine l’abbiamo ridotta del 25% circa, però è ancora troppo alta. Nel 2014 abbiamo avuto circa un incidente con ferito al giorno e, per la prima volta dopo anni, i feriti sono scesi sotto i 500 all’anno. I costi sociali, poi, sono dieci mila euro a ferito. Dove abbiamo inserito rotatorie, però, gli abitanti sono contentissimi perché gli incidenti sono drasticamente diminuiti in numero e gravità.
Con le eventuali pedonalizzazioni, sarà da rivedere anche il trasporto pubblico. C’è anche un’idea su cosa fare e i rapporti con questo saranno influenzati dal progetto di Udine città metropolitana?
La nostra regione è l’unica in Italia ad avere il trasporto pubblico gestito dalle Province e non dai Comuni. Questa situazione io non la seguo direttamente per quanto ricada sulla città e ci si parli con la Saf e con la Provincia. Al momento siamo costretti a rimanere con le vecchie linee del bus e le relative problematiche legate a un maggior collegamento con l’hinterland o navette al posto dei bus da 12 metri sono in sospeso. Siamo infatti al quinto anno di proroga nonostante la Regione avesse sbloccato la gara e ogni richiesta dei Comuni di innovazione rimane congelata in attesa della pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato che deciderà se accogliere il ricorso del ricorrente o sbloccare la gara, la situazione è ingarbugliata e attendiamo di poter attuare i nostri progetti di ammodernamento. La Regione ha indetto il bando e si è presentato solo l’Ati, che raccoglie tutte le aziende delle regione. A far ricorso è stato il trasporto su gomma legato alle Ferrovie dello Stato, dicendo che la gara non era corretta per determinati motivi. Cosa succederà, quando arriverà la sentenza del Consiglio di Stato? O sarà tutto da rifare, se darà ragione al ricorrente, o si dichiarerà che la gara è regolare e ci sarà la svolta sperata.
Timothy Dissegna