L’Associazione Nuovo Corso di Monfalcone, fondata lo scorso aprile, presenta nella città dei cantieri una nuova stagione di jazz, che raccoglie il testimone dalle rassegne degli anni scorsi: ancora “Jazz in Progress”, dunque, e ancora nei bellissimi locali de Il Carso in Corso, ma con il preciso intento programmatico di restituire un percorso che risponda alla mission associativa: quello di mettere a disposizione con coerenza e progettualità stimoli culturali d’alto livello e alla portata di tutti.
Mission subito messa in atto la scorsa primavera, quando l’Associazione ha prodotto un CD (il primo di una serie) dedicato alla festa e alle tematiche del lavoro: si tratta di un recital di piano solo di Claudio Cojaniz intitolato “Verso il Primo maggio” e registrato lo scorso 30 aprile 2014 proprio a Il Carso in Corso. Il CD – che riporta arrangiamenti e rielaborazioni di brani popolari, storici e d’autore dedicati al lavoro – verrà presentato il prossimo venerdì 13 novembre (il pianista friulano sarà al pianoforte) a Monfalcone e successivamente a Trieste e Udine. La seconda edizione della stessa serie (commissionata a Giovanni Maier dall’Associazione Nuovo Corso) è anche alle porte, e – come l’altra – è stata registrata nel locale monfalconese nel 2015: si tratta di un quintetto capitanato dallo stesso Maier impegnato in una Suite dedicata ai ritmi e agli ambienti del lavoro.
Anche il prossimo 30 aprile 2016 l’Associazione ospiterà al Carso in Corso una nuova performance con lo stesso soggetto che proseguirà la serie delle produzioni discografiche.
Ecco dunque una nuova rassegna live di musica improvvisata: “Jazz in Progress” 2015-16 si compone di undici concerti (inizio ore 21, ingresso libero) che ospitano giovani – e già riconosciuti – talenti della regione insieme ai più blasonati nomi nazionali e internazionali. A coordinare le scelte artistiche è Giorgio Pacorig, staranzanese, eclettico pianista e tastierista di grande carriera, che lavora e ha lavorato con i migliori artisti del panorama jazz mondiale e che vanta decine di incisioni.
L’apertura è giovedì 5 novembre con lo stesso Pacorig (al bellissimo pianoforte Yamaha del locale!) e il batterista Zeno De Rossi, artista e compositore eletto Top Jazz nel 2012. De Rossi e Pacorig si conoscono da anni e da anni danno vita a formazioni che esplorano gli spazi musicali più disparati. Aprono la rassegna al Carso in Corso presentando il loro ultimo lavoro in duo in cui si confrontano e dialogano attraverso i loro strumenti, in acustico, in un viaggio sognante e intimo pieno di riferimenti ai mondi sonori a loro più cari.Giovedì 26 novembre è la volta di Minimal Klezmer (Francesco Socal: clarinetto; Roberto Durante: piano, melodica; Alessandro Turchet: contrabbasso). Uno spettacolo accattivante che si basa su antiche melodie ebraiche di origine est-europea, riarrangiate dal trio sfruttando tutte le molteplici influenze dei componenti. Pur rimanendo sempre in un contesto acustico e cameristico, il trio attinge a piene mani alla musica improvvisata, al cabaret, e all’uso musicale di oggetti di uso comune.
Giovedì 10 dicembre si esibiscono Daniele D’Agaro (clarinetto e sax tenore) e Blaz Jurjevcic (pianoforte). D’Agaro da anni è uno dei principali protagonisti del panorama jazzistico italiano ed estero e vanta collaborazioni con i più importanti musicisti della musica creativa europea e americana. Questa volta in compagnia del grande virtuoso sloveno Blaz Jurjevcic. In programma alcune loro composizioni, e brani di Tadd Dameron, Duke Ellington.Mercoledì 23 dicembre un’antivigilia speciale, che “guarda avanti”: è protagonista il Formicaio, formato da Giovanni Cigui al sax alto, Francesco De Luisa al pianoforte, Marzio Tomanda al contrabbasso, Marco D’Orlando alla batteria. Il Formicaio nasce a Trieste come collettivo di giovani musicisti che si pone l’obiettivo di riunire individui accomunati dalla voglia di suonare e dalla passione per l’improvvisazione e di istituire un laboratorio musicale in cui poter creare qualcosa di nuovo dando voce alle proprie idee uscendo da un’ottica individualista e personalista. Da qui il nome Formicaio, un brulicare di idee, di energie e … di formiche: animali sociali per eccellenza che grazie all’aiuto dei propri simili costruiscono grandi cose.
Mercoledì 13 gennaio Il Carso in Corso ospita Alfonso Santimone in un recital di piano solo. Alfonso Santimone è stato spesso definito come un artista proteiforme, rigoroso e avventuroso. Al pianoforte è dotato di un tocco scuro e visionario ed è un improvvisatore che ama esplorare molti territori diversi ricercando un’attitudine personale e riconoscibile in ogni nuova avventura musicale. Pianista, compositore e arrangiatore Santimone è una firma di punta del
jazz italiano.
Venerdì 27 gennaio un duo dal solido percorso: Enrico Sartori (clarinetto, sax alto) e Giovanni Maier (contrabbasso). Enrico e Giovanni si conoscono dal lontano 1995, un lungo sodalizio, all’inizio in forma di allievo/maestro poi, via via, una più affinata collaborazione in svariati ensemble di musica improvvisata e di ricerca, dal duo all’orchestra. Prima fra tutti la Mosaic Orchestra, risultata il secondo miglior ensemble italiano dalla rivista Musica Jazz nel 2002 e 2003. Ultima in ordine di tempo l’Instabile Orchestra, nel 2014. Nel mezzo una miriade di collaborazioni in progetti propri e con artisti nazionali e internazionali. Si può dire che le loro strade proseguono parallele, nel solco della musica improvvisata, e quando si incrociano trovano sempre entusiasmanti alchimie.Vocione è il nome del duo che si esibisce giovedì 18 febbraio, formato da Marta Raviglia (alla voce) e Tony Cattano (al trombone). Un duo spericolato in cui voce e trombone si confrontano su un imprevedibile terreno di gioco. Nel repertorio del duo alle composizioni originali si aggiungono brani presi in prestito dalla tradizione jazzistica e da quella brasiliana, spirituals, ballate rinascimentali, arie barocche e molto altro ancora: il tutto condito con disincanto e ironia.
Giovedì 25 febbraio è atteso il Malkuth 5et (Filippo Orefice: sax tenore; Mirko Cisilino: tromba; Filippo Vignato: trombone; Mattia Magatelli: contrabbasso; Alessandro Mansutti: batteria).“Malkuth” significa “regno”, il piano della realtà in cui viviamo sulla terra, quel mondo sempre cangiante in cui ridiamo, piangiamo, distruggiamo e ricostruiamo, diamo forma alla nostra vita, improvvisando o reagendo. Noi, come i pianeti, gravitiamo intorno al nostro asse ed interagiamo con altri, con il sole come centro, fonte di vita e cuore dell’organismo. Tutto interagisce con importanza ed effetto. Tutto è consciamente o inconsciamente sostanza e scambio Ne risultano infinite possibilità. Questa aspira ad essere la musica dei Malkuth.
Mercoledì 9 marzo torna Giorgio Pacorig con il suo quartetto composto da Clarissa Durizzotto (clarinetto, sax alto), lo stesso Pacorig (pianoforte), Roberto Amadeo (contrabbasso), Marco D’Orlando (batteria).Si tratta di un gruppo nato da una session casuale che vede l’incontro di musicisti di diverse generazioni che da subito scoprono un suono preciso e peculiare ma strettamente legato alla tradizione jazzistica. Il repertorio nasce proprio dalla ricerca del suono ed è composto da brani originali e qualche riarrangiamento di standards.
Giovedì 24 marzo la rassegna ospita una parentesi nella quale la musica si unisce al teatro e alla letteratura: “Molly in Full Flow” (Luisa Vermiglio: voce recitante, Giovanni Maier: contrabbasso) vuole qui sperimentare il piacere del dialogo vivo e libero tra musica e parola, cercando un incontro che possa mettere dinamicamente in gioco le due personalità artistiche. In passato Luisa e Giovanni avevano già collaborato, insieme ad altri artisti, (Dobialab 2003 e Libreria Rinascita di Monfalcone nel 2005), ma è la prima volta che hanno deciso di lavorare in duo, scegliendo come spazio di azione uno dei testi più rivoluzionari del primo Novecento.
Mercoledì 06 aprile la rassegna attende il progetto “Hobby Horse” formato da Dan Kinzelman (clarinetto, sax, voce, flauto), Joe Rehmer (contrabbasso, tastiera, voce, percussioni) e Stefano Tamborrino (batteria, percussioni, melodica, voce). Un travolgente incrocio di ostinati ipnotici e misteriosi e momenti di dinamismo esplosivo, la musica di “Hobby Horse” varca i confini di genere con una gamma di influenze che vanno dal free jazz al ambient al rock e l’elettronica, facendo tesoro anche del bagaglio di esperienze dei tre componenti, fra i più quotati della generazione emergente in Italia.
E dopo l’esplosiva performance di inizio aprile, la stagione si conclude martedì 19 aprile con una vera e propria festa in musica: l’ensemble del sassofonista Gian Agresti è chiamato a condurre un live con il suo nuovo repertorio, per poi chiamare ad accostarsi anche tutti gli artisti del territorio già ospitati negli ultimi anni da “Jazz in Progress”. Un saluto alla stagione musicale nel nome della condivisione e della jam session di qualità.