“Una decisione che da un lato ci lascia attoniti, soprattutto per le motivazioni scritte dall’estensore della sentenza, ma che allo stesso tempo dà ancora più forza a tutto il movimento omosessuale nell’andare avanti su questa strada. Fosse anche alla Corte Europea dei Diritti Umani. Sindaci coraggiosi come Honsell a Udine, Pedrotti a Pordenone, solo per citare quelli delle province di nostra competenza, hanno oggi ancor di più la nostra stima e il nostro ringraziamento perché hanno coraggiosamente trascritto i matrimoni denunciando implicitamente il vulnus legislativo che ancora oggi pone l’Italia all’ultimo posto tra i Paesi che non riconoscono le coppie omosessuali”.
Non si è fatta attendere la risposta del presidente di Arcigay Friuli Nuovi Passi, Jose Ignacio Quintana Vergara, alla sentenza del Consiglio di Stato che ha voluto dare ragione ai Prefetti che avevano annullato le trascrizioni dei matrimoni di coppie same-sex contratti all’estero ed effettuate dai sindaci nei registri di stato civile . Trascrizioni effettuate, in regione, anche dai primi cittadini di Udine, Pordenone e Trieste.
“La sentenza – continua Quintana Vergara – si pone in aperto contrasto con le pronunce della Corte di Cassazione sulla validità dei matrimoni contratti all’estero. La revocabilità degli atti di stato civile, così ritenuta dal Consiglio di Stato – prosegue nella nota –, è una decisione che mette quindi a rischio i diritti civili di ogni cittadino”.
Ma l’associazione per la difesa dei diritti degli omosessuali aggiunge ancora un altro aspetto. “In Italia – spiega il presidente – ben quattro Tar, tra cui quello di Trieste, avevano già dato ragione ai sindaci. Basta giocare – conclude Quintana Vergara – sulla pelle di cittadini e cittadine che ancora una volta sono lasciati da soli nel più assordate vuoto legislativo e in balia delle interpretazioni dei tribunali. Questa lacuna deve essere al più presto colmata dal Parlamento che deve assumersi la responsabilità di tutelare tutte e tutti noi”.
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