venerdì , 20 Settembre 2024
Notizie più calde //
Home » HOT » W.A.S.P. …UNA SERATA “ELETTRICA” AL DEPOSITO GIORDANI
W.A.S.P.   …UNA SERATA “ELETTRICA” AL DEPOSITO GIORDANI

W.A.S.P. …UNA SERATA “ELETTRICA” AL DEPOSITO GIORDANI

E’ partita alla grande la stagione concertistica al Deposito Giordani di Pordenone, una bella realtà in grado di calamitare l’interesse degli appassionati per gli eventi di qualità: ce n’è per tutti i gusti, dalla musica (concerti e dj set) agli eventi gastronomici (“street food in da club”) mescolando arte e intrattenimento.DS3_6872

E il 5 novembre ha visto finalmente sul palco, in collaborazione con “Trieste is rock” (associazione musicale e culturale da tenere d’occhio!), un gruppo storico della scena hard’n’heavy americana: i W.A.S.P.
Nati nel lontano 1982 a Los Angeles –gran calderone musicale dove si formarono tra gli altri anche i Motley Crue – si fecero immediatamente notare per l’impatto shock dal vivo (che molto deve all’immancabile capostipite del genere: Alice Cooper) e per le scabrose e trasgressive tematiche delle canzoni; non per niente l’acronimo W.A.S.P., che in inglese sta per “White Anglo-Saxon Protestant” (protestante bianco anglosassone) venne rivisitato come “We Are Sex Pervert” ovvero “siamo maniaci sessuali”, anche se il vero significato non è mai stato rivelato dalla band.
Canzoni come “Animal (f**k like a beast)”, “On your knees”, “L.O.V.E. Machine”, tanto per citarne alcune, li proiettarono non solo in classifica ma anche nella lista nera dei perbenisti dell’epoca.
Deus ex machina nonché unico membro originale rimasto è Blackie Lawless (al secolo Steven Edward Duren, classe ’56) che dal 1982 ad oggi tra alti e bassi (ed una conversione al cristianesimo che lo ha visto “rinnegare” alcune scelte passate) conta all’attivo 15 album di cui l’ultimo , Golgotha, uscito il 2 ottobre 2015 è oggetto della tournee attuale.
DS3_6752Aprono le danze alle 21 i “Lucky Bastardz”, il quartetto piemontese (di Alessandria) nato nel 2008 propone un sano hard rock che miscela potenza esecutiva – ottima la sezione ritmica e solistica – e carisma, finalmente un cantante che sa “stare” sul palco!.
A loro è affidato il compito di scaldare (45 minuti di show) un pubblico che si farà mano a mano più numeroso e partecipe.

 

DS3_6800DS3_6840DS3_6759DS3_6755
DS3_6970

Mezz’ora di cambio palco e alle 22.20 ecco iniziare lo spettacolo che, diciamolo subito, è stato breve ma decisamente intenso ed “elettrico”; se 30 euro di biglietto sono eccessivi per un’ora e quindici minuti di canzoni (comprese pause e un paio di brevi stacchi registrati), da un punto di vista puramente “energetico” ed emozionale sono stati ampiamente ripagati con un’ottima prestazione sia canora (un Lawless decisamente in gran spolvero!) che di ottima fattura (una band decisamente affiatata che non si è risparmiata e si è dimenata in lungo e in largo, su un palco che non è quello di un’arena) in un continuo crescendo; quella che magari è un po’ mancata è stata l’interazione con il pubblico – oltre alle classiche frasi di rito – (finita “L.O.V.E. machine” con il pubblico che continuava a cantarla ancora, un secco: “l’abbiamo già cantata questa, ci sono 3 pezzi nuovi ora” ha un po’ freddato gli entusiasmi di qualcuno), interazione che un fan ha pensato bene di andare a cercare assaltando direttamente il palco, purtroppo con esiti non troppo fortunati!

DS3_6885DS3_6889DS3_6863DS3_6851
Dopo un’intro iniziale a base di sirena ed elicottero che mescola varie canzoni il concerto parte subito con la classica “On your knees/inside the electric circus” seguita dalla coinvolgente cover dei “The Who” “The real me”, la già citata “L.O.V.E. machine”, “Last runaway” e “Crazy”, il tutto mentre sui tre pannelli led alle spalle scorrono immagini dei videoclip e panorami americani.
DS3_7025DS3_6906
DS3_6867DS3_6886

Primo stacco registrato con “The titanic overture” per ripartire poi con “Arena of pleasure” e la potente e suggestiva “Miss you”, probabilmente l’apice del concerto; altra base registrata (Thunderhead) per proseguire con “Hellion/I don’need no doctor” e la title track dell’ultimo album “Golgotha” che segnerebbe la fine dello show. Segnerebbe, in quanto c’è ancora spazio per due classicissimi W.A.S.P. ovvero “Wild child” e “I wanna be somebody” che chiudono definitivamente una serata concentrata e “tirata” di pura energia. Inutile chiedere di più: un laconico “thank you and goodnight” ci fa capire che Blackie non tornerà indietro, ma in fondo lui è così, un Wild child ancora sulla cresta dell’onda!

DS3_7029

Il programma del Deposito

DS3_6848

Fan della “prima fila”

DS3_6918DS3_7023

Scaletta:
– INTRO
1 ON YOUR KNEES/ INSIDE THE ELECTRIC CIRCUS
2 THE REAL ME
3 L.O.V.E.MACHINE
4 LAST RUNAWAY
5 CRAZY
– THE TITANIC OVERTURE
6 ARENA OF PLEASURE
7 MISS YOU
– THUNDERHEAD
8 HELLION/I DON’T NEED NO DOCTOR
9 GOLGOTHA

10 WILD CHILD
11 I WANNA BE SOMEBODY

Francesco Brun Frisanchina,  Foto Dario Furlan

About Dario Furlan

Fotografo free lance e giornalista pubblicista. Segue da anni il panorama musicale internazionale - ma anche locale - con particolare predilezione per quanto riguarda il rock (in tutte le sue derivazioni), il folk ed il blues nonché la musica in lingua friulana. Cultore di "motori e rally", dei quali vanta una conoscenza ultradecennale, è anche atleta nella disciplina ciclistica della mountain bike.

Commenti chiusi.

[fbcomments]
Scroll To Top