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Officium Consort canta Magnificat il 5 e 6 gennaio a Pordenone e Cividale

Officium Consort canta Magnificat il 5 e 6 gennaio a Pordenone e Cividale

Con il nuovo anno l’Officium Consort è protagonista di un doppio appuntamento concertistico, sotto la direzione di Walter Testolin, Magnificat – il canto antico tra l’attesa e l’evento: martedì 5 gennaio alle 20.30 nella chiesa dei Santi Ilario e Taziano a Torre di Pordenone e mercoledì 6 gennaio alle 16 nella chiesa di San Francesco a Cividale del Friuli (nell’ambito della rievocazione storica). Il progetto musicale proposto dal coro virile Officium Consort – e realizzato col sostegno dei Comuni coinvolti, Fondazione CRUP e USCI Fvg – vuole ripercorrere musicalmente l’origine imagedell’inizio dell’anno liturgico, secondo le più antiche norme e consuetudini liturgiche e rituali che la chiesa ha espresso nell’antichità: dalle espressioni monodiche dei primi secoli fino all’apoteosi della polifonia tardo rinascimentale, passando attraverso alcune forme di amplificazione verticale in epoca medievale. Un repertorio che recupera gli splendori della sua migliore tradizione musicale: la polifonia antica e il canto ambrosiano e gregoriano in ambito liturgico e sacro, legati al tema dall’Avvento e del Natale. In esso vengono richiamati motivi musicali di cui quasi non si ha più memoria, a causa di un’autentica estinzione verificatasi dopo l’abolizione del latino come lingua liturgica e in seguito al sostanziale accantonamento della tradizione gregoriana (o monodica) e polifonica dai riti e dalle celebrazioni. La proposta musicale vuole recuperare dei frammenti di quegli antichi splendori e riproporli secondo un percorso ideale, che sottolinea l’intreccio tra le celebrazioni del Natale, la sequenza rituale prevista dal calendario liturgico e il culto per la figura di Maria, dal canto monodico alla complessità delle produzioni polifoniche dei primi decenni del XVII secolo. Dal fondo dell’archivio del Capitolo di Cividale sono tratti due discanti tardo medioevali. A rappresentare l’archeologia polifonica di respiro europeo sono composizioni devozionali tratte dal Codice di Montpellier e dalla raccolta delle “Pie Cantiones”, senza dimenticare il fascino discreto e intimo della polifonia inglese quattrocentesca rappresentata dal brano a tre voci Beata Progeniens di Leonel Power. Diversi sono i brani polifonici tardo rinascimentali che richiamano l’intreccio tra culto mariano e celebrazioni natalizie ed epifaniche. Dopo gli iberico-romani De Morales e De Victoria, il grande Palestrina, l’inglese Parsons, con la sua dolcissima “Ave Maria”, i veneziani Asola e Croce -quest’ultimo con un tipico esempio di brano a otto che utilizza la tecnica del coro battente e che richiama i fasti della Venezia rinascimentale- si toccheranno le vette espressive dell’Ave, dulcissima Maria del geniale Principe di Venosa, precursore di tecniche compositive modernissime. Infine il Magnificat Secondo di Claudio Monteverdi, tratto dalla raccolta della “Selva Morale e Spirituale”.

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