in tournée – e di Rosso Venerdì di Roberto Cavosi, si volge ora verso il mondo artistico e creativo dell’est, guardando con interesse e simpatia ai talenti mitteleuropei dei Paesi vicini.Di un eclettico e prestigioso autore, regista, sceneggiatore serbo come Dušan Kovačević (noto in Italia soprattutto per aver scritto il film Palma d’Oro di Kusturica Underground) è infatti la commedia che apre l’attività alla Sala Bartoli per il 2016: Doktor šuster. Opera del 2001, molto applaudita in patria e non solo, è stata affidata all’interpretazione della Compagnia del Teatro Stabile guidata in quest’occasione da Helena Petković, interessante regista emergente croata. Si prospetta come un debutto nel segno della creatività fantasiosa, della drammaturgia surreale, divertente e venata da una lieve malinconia, che sa alludere alla nostalgia per la gioventù perduta e per un mondo che non c’è più: con tutto il bene e il male che questa scomparsa ha portato.
Doktor šuster debutta alla Sala Bartoli in prima nazionale martedì 12 gennaio e replica fino al 31 gennaio: vi applaudiremo la Compagnia Stabile quasi al completo, con Riccardo Maranzana, Lara Komar, Ester Galazzi, Francesco Migliaccio, Filippo Borghi, Andrea Germani e Adriano Braidotti.La commedia si apre in una notte di nebbia fitta sulle rive del Danubio: il fiume scorre quieto ma non altrettanto si può dire di ciò che accade lungo le sue rive.L’autore fa sfilare infatti, accanto a un isolato approdo, un mondo surreale di personaggi, ognuno imprevedibile e divertente a proprio modo, ognuno pronto a incrociare con gli altri il proprio destino. Innanzitutto il Dottor Nikola šuster, che sarà interpretato da Riccardo Maranzana: è stato un eccellente chirurgo, ma ora è forzatamente in pensione. Scopriremo che il luminare non è più molto in sé: vive in un proprio mondo strampalato e si diletta a fare il calzolaio (“šuster” significa appunto “calzolaio”), mestiere che gli aveva permesso di mantenersi all’Università a Vienna. Sulle sponde del fiume cerca disperatamente il cane della figlia che non risponde ai suoi richiami, semplicemente perché lo chiama con il nome sbagliato… Contemporaneamente si aggirano lì due loschi individui: Lele (che avrà il volto di Filippo Borghi) è un malfattore di piccolo calibro, un logorroico a cui per punizione è stata mozzata la lingua. Il suo modo di esprimersi è perciò assurdamente divertente. Lo accompagna – nell’intento di eliminare le prove di un assassinio recentemente commesso da Lele – suo fratello, Branko Brezdan cui darà vita Francesco Migliaccio. Lo hanno soprannominato il Filosofo per gli studi in filosofia purtroppo abbandonati per desiderio della madre che lo voleva poliziotto in modo da “proteggere” il problematico fratello. Dell’iniziale aspirazione intellettuale, al Filosofo sono rimasti solo un’innata eleganza e l’eloquio sapiente, il resto è un mix di frustrazione, corruzione e violenza. Con incredibile e divertente velocità la commedia intreccia i traffici malsani dei due fratelli, i passaggi del dottore (per il quale il Filosofo ha gran rispetto, dato che da medico gli ha salvato la vita) e della figlia di lui, Anna (Lara Komar), celebre giornalista, accompagnata da un improbabile fidanzato cantante d’opera cui darà vita Andrea Germani.
Dušan Kovačević – per la prima volta allestito al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – è un commediografo, sceneggiatore e regista serbo, molto noto anche all’estero per la sua drammaturgia ed i film, fra i quali figura il pluripremiato Underground, Palma d’oro nel 1995 al Festival di Cannes – diretto da Emir Kusturica, con le celeberrime musiche di Goran Bregovic, che nasce dall’adattamento curato dallo stesso Kovačević di una propria precedente commedia.Laureato in drammaturgia all’Università di Belgrado nel 1973, Kovačević è stato immediatamente assunto come autore alla TV Beograd, dove ha lavorato per cinque anni, prima di impegnarsi nel mondo del teatro, quale direttore artistico dello Zvezdara Teatar. Scrive contemporaneamente e con successo sia per il palcoscenico che per il cinema, e nel 2003 firma il proprio primo film da regista, intitolato Profesionalac.
dell’Accademia Serba delle Scienze e delle Arti e per il suo Paese è stato anche ambasciatore, in Portogallo.