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Solfrizzi a Udine al Teatro Giovanni Udine  dal 15 al 17 gennaio con “Sarto per Signora”
Emilio Solfrizzi

Solfrizzi a Udine al Teatro Giovanni Udine dal 15 al 17 gennaio con “Sarto per Signora”

Tradimenti, equivoci e scambi d’identità sono gli ingredienti perfetti di questa pièce divertentissima e spietata nel mettere in luce il vuoto di valori della società borghese ai tempi della Belle Époque

Udine, 13 gennaio 2016 – Mettiamoci un fedifrago impenitente e irreparabilmente bugiardo che tesse i suoi tradimenti sullo sfondo di una Parigi ai tempi della Belle Epoque, elegante e spensierata; uniamo al tutto la straordinaria abilità di un autore come Georges Feydeau capace di costruire pièce  secondo schemi geometrici perfetti, fatti di incontri impossibili, false scoperte, rimandi e coincidenze; aggiungiamo infine il talento di uno strepitoso Emilio Solfrizzi e il gioco è fatto: va in scena Sarto per Signora.

In cartellone al Teatro Nuovo Giovanni da Udinevenerdì 15, sabato 16 gennaio (con inizio alle ore 20,45) e domenica 17 (ore 17,00) con la regia di Valerio Binasco, Sarto Per Signora è uno dei capolavori assoluti del vaudeville scritto nel 1887 da Georges Feydeau, considerato dalla critica autentico erede di Molière. Accanto allo straordinario Emilio Solfrizzi – qui nei panni del protagonista, il farfallone dottor Molineaux – una compagnia impeccabile composta da Anita Bartolucci, Barbara Bedrina, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari e Viviana Altieri diretta mirabilmente da Valerio Binasco che della commedia ha curato anche la traduzione e l’adattamento teatrale.

Sabato 16 gennaio alle 17,30 Emilio Solfrizzi e gli altri interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico sempre al Giovanni da Udine nell’ambito delle attività promosse da Casa Teatro. L’appuntamento, intitolato “La sorpresa dell’intreccio”, fa parte di Percorsi – (M)arte e Venere; accanto agli attori della compagnia anche Mario Brandolin, critico e organizzatore teatrale. Conduce Alma Berni, storica dell’arte.

La trama di Sarto per Signora si innesta a tutta prima sul classico triangolo adulterino – lui, lei, l’altro o l’altra – se non fosse per il virtuosismo sopraffino e la precisione chirurgica dell’autore che intervengono a rendere la pièce una caleidoscopica giostra che non si arresta un minuto. Avvolto in una girandola di sotterfugi, fraintendimenti ed equivoci, malintesi e scambi d’identità in un susseguirsi di colpi di scena, il pubblico viene letteralmente travolto da uno spettacolo esilarante e allo stesso tempo lucido, acuto e assolutamente attuale.

Sarto per Signora è una macchina velocissima ma il meccanismo è delicato e minuzioso – sottolinea il regista Valerio Binasco – Bisognerà stare attenti a non trascurare nemmeno il rumore della maniglia  di una porta perché è pensato per contribuire  a quella sinfonia perfetta che sono i copioni di Feydeau.  Ma così è quando si incontra il grande teatro scritto per il palcoscenico e per gli attori. L’unico teatro capace di creare pura gioia.”

Fra incontri impossibili, false scoperte, rimandi e coincidenze, Feydeau disegna figure impeccabili coinvolte in congegni comici costruiti appositamente per riempire il vuoto di valori di una società borghese fondata solo sull’apparenza e di un periodo storico, quello della Belle Epoque, solo a prima vista privo di preoccupazioni ma in realtà anticamera dei tragici eventi che di lì a poco sfoceranno nella Grande Guerra. “L’attualità di questo commediografo francese – ricorda ancora il regista –  sta nel fatto che il pubblico di oggi, rivedendo i suoi vaudevilles, non li considera affatto come figli di un’epoca determinata, passata e superata, ma coglie in essi una relazione con il presente e con la società attuale. Nelle sue opere, dove la parabola degli equivoci porta quasi ad un’assurda comicità tragica, vi è la chiave per capire molto teatro contemporaneo, le logiche conseguenze, i contraltari, le appendici deliranti, i commenti, i corollari, in autori fra i più disparati come Cechov, Wedekind, Beckett, lonesco, e Brecht stesso (in “Nozze piccolo borghesi”).”

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