22 gennaio 2016 GNUT
29 gennaio 2016 Fratelli Calafuria
Non ci sono limiti alle sonorità di #cellarLive, il format che porta sul palco del #CellarTheory il meglio della musica dal vivo.
Venerdì 22 gennaio toccherà allo chansonnier non più errante Gnut, che presenta l’anteprima del suo nuovo EP “Domestico” insieme a Daniele Anede Coffee e Mattia Boschi. Dopo cinque anni di vagabondaggio, raccontati nell’album “Prenditi quello che meriti”, Gnut, al secolo Claudio Domestico, si è innamorato ed è tornato nella sua città, Napoli, dove finalmente ha messo radici.
Da questo cambiamento radicale nasce l’idea di un EP con sei canzoni interamente “fatto in casa”, dalle registrazioni alle copertine (numerate a mano), dal videoclip ad un piccolo documentario che ne racconta la storia. Il progetto, che riprende nel titolo il cognome del musicista, come una sorta di ritorno alle origini, viene finanziato con una campagna di crowdfunding.
Venerdì 29 gennaio sarà la volta del rock alternativo dei Fratelli Calfuria, power trio nato a Milano nel 2002 e formato da Andrea Volontè (chitarra e voce), Paco Vercelloni (basso e cori) e Fabio Pansini(batteria).
Il loro ultimo album, Prove Complesse, uscito a marzo 2015 per la label toscana Woodworm, è stato registrato e prodotto tra Milano e Londra, e segna una decisa virata verso un sound ruvido tipico degli anni ’90, ma declinato secondo la natura visionaria, eclettica ed anarchica della band, con un songwriting ispirato al rock classico innestato sul cantautorato italiano più trasversale.
Gnut
Nato a Napoli col nome di Claudio Domestico, dal 2003 è voce, chitarra e autore del progetto Gnut. Il primo cd, “DiVento” esce nel 2008 per la Blend’r/Venus, accompagnato dai video dei singoli “Esistere” e “Solo come me“, quest’ultimo girato dallo stesso Gnut con una fotocamera digitale, nell’arco di 8 ore di una giornata qualunque trascorsa in casa.
Il secondo album di Gnut, “Il rumore della luce” (Metatron) esce a novembre 2011 e si avvale delle collaborazioni illustri di Mauro Pagani, Rodrigo D’Erasmo (Afterhours), Marco Sica (Guappecartò) e la EdoDea ensamble (Capossela e Muse) al violino. Il brano “Controvento” viene scelto per la colonna sonora del film di animazione presentato al Festival del Cinema di Venezia “L’Arte della Felicità“
Per alcuni anni (dal 2009 al 2014), Gnut non ha fissa dimora, viene stato ospitato da amici e musicisti un po’ a Milano, un po’ a Roma, un po’ a Napoli. Il risultato di questi vagabondaggi è il terzo disco, “Prenditi quello che meriti” (INRI). L’anno successivo nasce il progetto “Domestico“, un EP con sei canzoni interamente “fatto in casa”, dalle registrazioni alle copertine (numerate a mano), dal videoclip ad un piccolo documentario che ne racconta la storia. Il progetto viene finanziato con una campagna di crowdfunding.
Fratelli Calafuria
Andrea Volontè, Paco Vercelloni e Fabio Pansin danno il via al progetto di rock alternativo Fratelli Calafuria a Milano nel 2002. Nei cinque anni successivi registrano due cd autoprodotti e suonano nei locali del Nord e centro Italia.
Il loro primo album “Senza Titolo” (2008) viene accolto con entusiasmo dalla critica e li porta sui palchi di tutta Italia e isole (con una piccola tappa negli USA) nel corso di un tour lungo due anni.
Il brano “Non So Perché” diventa tormentone nella trasmissione Viva Radio 2 di Fiorello e Marco Baldini. Nel 2010 registrano in diretta l’ep/esperimento “Altafedeltapaura“, in cui iniziano a contaminare il loro sound con campionamenti e strumenti autocostruiti. L’anno successivo esce “Musica Rovinata“, il secondo album ufficiale, un collage di italo pop, punk rock e musica sperimentale. Dal disco viene estratto il singolo “Fare Casino” e ricomincia una lunga serie di live.
Il loro terzo album, “Prove Complesse” (Woodworm, 2015), è registrato e prodotto tra Milano e Londra e segna un’inversione di rotta verso un sound ruvido tipicamente ’90, ma declinato secondo la natura visionaria, eclettica ed anarchica della band, con un songwriting ispirato al rock classico innestato sul cantautorato italiano più trasversale.
Il Cellar Theory
Nato nel 2007, in una cantina di Via Bonito a Napoli, il Cellar Theory si è sempre ispirato ai Kellerclub berlinesi, veri e proprio club sotterranei ricavati da cantine, apparentemente chiusi al pubblico, ai quali si accede tramite scalette impervie, e che – nonostante la forma grezza e l’arredamento approssimativo – sono spesso il fulcro della vita notturna e musicale della capitale tedesca.
Nel 2013 ha cambiato location, ma ha conservato lo spirito originario, quello di posto dove essere se stessi e dove ascoltare una musica che non è scesa a compromessi: jazz, rock, elettronica, cantautorato – e tutto quello che in un genere non rientra – vi trovano lo stesso spazio di espressione, purché si tratti di progetti nuovi, di sperimentazione, di espressione di chi ha davvero qualcosa da dire in campo musicale.
E non solo: alla musica si combina l’arte in tutte le sue forme, dal video alla fotografia passando per la performance, e in generale per qualunque voce cerchi spazio fuori dai soliti circuiti.