Nella gelida serata di venerdì 22 gennaio si è aperta la ventinovesima edizione di questa rassegna cinematografica che racconta l’Europa centrale e il mondo Balcanico da vicino.Una Sala Tripcovich,piena fino all’inverosimile, ha accolto il film inaugurale”Sole Alto” di Dalibor Matanic.Per 2 ore ci si è proiettati in una zona della Croazia dove gente di etnia Serba e Croata vivevano fianco a fianco fino allo scoppio della guerra che ha infestato il Pese Balcanico dal 1991 al 1995.Le 3 storie d’amore – il tema del film -,rispecchiavano in maniera evidente i contrasti sorti fra i diversi gruppi etnici.Contrasti sopiti durante la presidenza di Josip Broz “Tito” e venuti a galla,brutalmente,e forse anche a causa di pressioni dovuti ad interessi “esterni”,verso la fine degli anni 80 e non ancora del tutto terminati.
Fra le numerose proiezioni di film.documentari e cortometraggi,alcuni di essi molto significativi,questa edizione del festival ha voluto omaggiare il maestro polacco Krystszof Kielowski,nell’ occasione in cui ricorre il ventesimo anniversario dalla sua morte.
Si può assistere,ogni giorno,a uno dei suoi “Dekalog”,al cinema dei Fabbri,struttura posta nel cuore della citta vecchia, messa a disposizione quest’anno,assieme alla Sala Tripcovich e il Teatro Miela.Kielowski,un regista molto sottovalutato dalla critica dell’epoca, racconta con semplicità le vicissitudini di “normali” famiglie di una Polonia uscita con le”ossa rotte” dalla seconda guerra mondiale ed entrata nell’orbita Sovietica.Il festival che durerà fino a sabato 30 gennaio è ancora denso di emozioni e di racconti molto vicini alla realtà.
Andrea Forliano