Un dialogo tra lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz e lo storico Lucio Fabi, curatore della mostra “Due fronti, una città”, per interrogarsi sulla storia di Trieste e dei triestini nel corso del Primo conflitto mondiale: una performance, dal titolo “Gulasch Kanone”, promossa dal Comune di Trieste nell’ambito delle iniziative collaterali alla mostra, che andrà in scena sabato 13 febbraio, nell’Auditorium del Museo Revoltella alle ore 18.00 (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti).
A Paolo Rumiz il compito di narrare una storia, quella di Trieste e dei triestini che si sono ritrovati nella paradossale situazione di essere gli unici italiani ad aver perso la Grande guerra, combattuta e sostenuta dalla parte dell’Austria. A Lucio Fabi quello di commentare le suggestioni evocate da Rumiz, anche alla luce dei nuovi documenti e delle diverse fonti emerse dagli archivi cittadini pubblici e privati, da cui è scaturita l’impostazione della mostra “Due fronti, una città”.
Una storia che, se non dimenticata, venne accantonata nel dopoguerra a favore di una forse riduttiva visione patriottica del conflitto. Si esaltò cioè tutto ciò che suonava “irredentista”, mentre si mise a tacere l’esperienza di migliaia di triestini e di giuliani non in sintonia con il subentrante governo italiano. Il fascismo complicò il tutto, congelando la memoria asburgica della città.
Quella stessa memoria che oggi emerge non solo a Trieste ma anche e soprattutto in Italia e all’estero, grazie anche ai recenti lavori di Paolo Rumiz, a partire dal video-viaggio sui vari fronti del conflitto per il giornale “La Repubblica”, al volume Feltrinelli “Come Cavalli che dormono in piedi” e allo spettacolo teatrale “Gulasch Kanone. La Grande Guerra narrata dagli italiani che l’hanno persa” presentato con molto successo al Teatro Rossetti.