il 17 febbraio 2016 al Teatro Pasolini di Cervignano e il 18, 19, 20 febbraio 2016 al Teatro Palamostre di Udine in matinée scolastiche
A teatro per ragionare assieme, riflettere e dialogare sul bullismo: Quelli di Grock, storica compagnia milanese, specializzata nella comunicazione teatrale per i ragazzi, affronta nel suo nuovo spettacolo il delicato tema del bullismo senza facile retorica e moralismi mettendo in scena una storia comune assimilabile all’esperienza di molti ragazzi, troppe volte protagonisti di drammatici fatti di cronaca.
Il loro spettacolo, Io me ne frego_ una storia di bullismo! (spettacolo premio Eolo Awards 2009 e Premio Ribalta 2007) verrà presentato in matinée scolastiche in Friuli questa settimana: il 17 febbraio al Teatro Pasolini di Cervignano e il 18, 19, 20 febbraio al Teatro Palamostre di Udine e coinvolgerà gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Io me ne frego! è fra gli appuntamenti proposti dalla stagione Contatto TIG Teatro per le nuove generazioni, progetto teatrale ideato e organizzato dal CSS Teatro Stabile di innovazione del FVG con il sostegno del MiBACT, Regione Autonoma FVG, Comune di Udine, in collaborazione con ERT – Ente Regionale Teatrale del FVG.
Lo spettacolo – con la regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido e protagonisti in scena acopo Fracasso e Andrea Lietti – ha fra i suoi messaggi un’accorata denuncia al bullismo e un invito a non considerare le prepotenze come un obbligato rito di passaggio all’età adulta. Dal palcoscenico i gesti e le parole arrivano diretti al cuore dello spettatore, coinvolgendo anche i più timidi e stimolando il desiderio di confrontarsi direttamente con il problema, di porre delle domande alla ricerca di risposte reali. In questo senso il teatro esprime pienamente la propria efficace funzione sociale, porta in scena la vita vera, storie nelle quali riconoscersi, una morale concreta e non una predica.
Io me ne frego! narra infatti la storia di un amicizia spensierata apparentemente inossidabile fra due ragazzi che si trasforma progressivamente in una relazione vittima-carnefice oppressiva e prevaricante.
Biglia, questo è il soprannome del protagonista più debole, subisce i cambiamenti dell’amico ormai traviato da cattive compagnie. L’amicizia, che all’inizio era caratterizzata da una spensierata leggerezza, si incrina diventando una continua prevaricazione, le parole diventano macigni e tutto sembra precipitare. Ingiustamente obbligato al silenzio, Biglia accetta impotente le vessazioni e le angherie di quello che un tempo era un amico e che ora invece si è trasformato nel suo aguzzino. Ma a un certo punto Biglia troverà il coraggio di ribellarsi e di ostacolare le malefatte del suo persecutore.