Un grande testo del teatro del Novecento – Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo – e una grande sfida, che soltanto un Maestro della raffinatezza espressiva di Eros Pagni poteva tentare: quella di interpretarne il protagonista pur non essendo napoletano. Lo straordinario Eros Pagni l’ha ha vinta assieme al regista Marco Sciaccaluga e al numeroso cast: il capolavoro eduardiano – che non è mai andato in scena prima allo Stabile regionale e replicherà in abbonamento prosa da mercoledì 24 a domenica 28 febbraio – si è imposto infatti come uno degli spettacoli più applauditi e premiati della Stagione.
Nella vasta opera di De Filippo, Il sindaco del Rione Sanità – che fa parte della Cantata dei giorni dispari ed ha esordito nel 1960 – rappresenta un lavoro originale: «Affonda le proprie radici nella realtà – diceva lo stesso autore – ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla giustizia», perché «Don Antonio è qualcosa di assai diverso da quel capo camorra che all’inizio sembrerebbe che fosse: egli è un visionario che cerca di ristabilire nel mondo un ordine andato fuori sesto».
Il protagonista, Don Antonio Barracano, è infatti un personaggio di prestigio nel Rione Sanità dove vive esercitando con il trentennale appoggio dell’ormai disincantato dottor Fabio Della Ragione, una propria personale idea della legge.
Ciò è chiaro da subito: nella scena iniziale infatti, nella villa in campagna di Barracano, tutta la famiglia si adopera per creare una sala operatoria dove verrà estratta una pallottola ad un picciotto, che in ospedale avrebbe pericolosamente “incuriosito” la polizia… Ma dai dialoghi con il dottore, che intende trasferirsi in America lasciandosi questa vita alle spalle, si comprende che non si tratta di un episodio accidentale.
Lunga è la serie delle persone che si rivolgono a Don Antonio per le più disparate esigenze, tanto da organizzarle in “udienze” che egli porta a risoluzione rifacendosi al Codice Penale di cui conosce ogni cavillo e ogni possibile raggiro, modellato su quella particolare umanità di povera gente e piccoli delinquenti.
Un caso complesso è quello di Rafiluccio che si presenta con la compagna denutrita e in avanzato stato di gravidanza: il padre di lui, Arturo Santaniello, ricco panettiere, lo ha diseredato, mettendoli alla fame. E Rafiluccio si rivolge al Sindaco solo per comunicargli che ucciderà quel padre disumano.
Don Antonio convoca il panettiere, lo ascolta, tenta una riconciliazione ma il confronto fra padre e figlio, come una sceneggiata, finisce a colpi di coltello. Uno raggiunge Don Antonio, che – in fin di vita – per non dare adito a una lunga scia di sangue e di vendette, sceglie per un ultimo atto di magnanimità: una cena pacificatrice in onore di Fabio Della Ragione (in procinto di lasciare Napoli) a cui inviterà tutti, anche l’assassino. Dovrà essere suggellata ancora una volta dalla connivenza del medico, con un falso referto di morte: non registrerà ferite, ma attribuirà la morte di Don Antonio ad un collasso. Una volta avvenuto il decesso però, Della Ragione dichiara l’omicidio, disobbedendo e praticando la “propria” giustizia, nella speranza di dare inizio ad un nuovo corso.
Eduardo sembra interrogarsi, assieme allo spettatore, su quale sia alla fine l’eroe: se la giustizia stia con Don Antonio, tiranno e magnanimo o con il medico, critico e ravveduto. Il tempo non ci ha aiutato a sciogliere il quesito.
Lo spettacolo si avvale di un cast notevole: Eros Pagni (Antonio Barracano), Maria Basile Scarpetta (Armida), Angela Ciaburri (Geraldina), Marco Montecatino (Gennarino), Luca Iervolino (Amedeo), Federico Vanni (Fabio Della Ragione), Massimo Cagnina (Arturo Santaniello),Orlando Cinque (Rafiluccio Santaniello), Cecilia Lupoli (Rita), Dely De Majo (Immacolata), Rosario Giglio (O’Cuozzo),Pietro Tammaro (O’Palumiello), Gennaro Apicella (O’Nait),Gino De Luca (Catiello), Gennaro Piccirillo (Pascale).
La regia è di Marco Sciaccaluga, le scene sono di Guido Fiorato ed i costumi di Zaira de Vincentiis. Ha creato le luci Sandro Succi mentre le musiche sono di Andrea Nicolini.
Il sindaco del Rione Sanità è coprodotto dal Teatro Stabile di Genova e dal Teatro Stabile di Napoli.
Lo spettacolo è in abbonamento per il cartellone Prosa, da mercoledì 24 febbraio alle ore 20.30. Replica allo stesso orario giovedì 25, venerdì 26 e sabato 27 febbraio, mentre domenica 28 la recita è pomeridiana con inizio alle ore 16.
Sabato 27 febbraio alle ore 11.30 all’Antico Caffé San Marco, in collaborazione con Associazione Culturale Amici del Caffè Gambrinus ONLUS e il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si terrà un incontro dedicato alla figura di Eduardo De Filippo: saranno presenti lo scrittore Italo Moscati – autore del libro Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole – ed Eros Pagni, il protagonista dello spettacolo Il sindaco del Rione Sanità. L’incontro sarà condotto dalla giornalista Marina Silvestri e dal direttore dello Stabile regionale Franco Però.
Come di consueto l’iniziativa è a ingresso libero.
Per acquistare i posti ancora disponibili per lo spettacolo o per prenotazioni, ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.