E’ interessante notare come il Premier Matteo Renzi si preoccupi delle incessanti violazioni sulla libertà di stampa operate dal governo turco, e poi constatare quanto fatiscente sia il sistema informativo del nostro paese. Le domande sorgono spontanee: il 17 aprile si vota per un referendum. Tu lo sapevi? Di cosa si tratta?
Referendum popolare il 17 aprile 2016
Basta chiedere ai propri cari, agli amici o ai colleghi e subito si palesa la totale disinformazione sull’argomento. Poco più di un mese di tempo alle votazioni e pochissimi sanno di cosa si tratta, di quale sia il quesito referendario, del perchè sarebbe opportuno votare si o votare no. Il problema non è quello di schierarsi pro o contro il referendum, il quale andrebbe affrontato secondo le proprie libere idee sull’argomento; il problema è il deserto informativo che caratterizza il nostro paese quando si tratta di rendere partecipi i cittadini su questioni di carattere nazionale. I mezzi di informazione sono sempre meno pluralistici, le notizie sembrano tutte preconfezionate e distribuite uguali dai diversi mezzi di comunicazione. Le grandi testate giornalistiche si fondono e affossano la molteplicità e la varietà delle notizie, i telegiornali trasmettono gli stessi servizi su canali diversi in orari diversi, la maggior parte delle testate on-line non fa altro che tagliare e scopiazzare le notizie dai giornali nazionali o dalle agenzie di stampa (anche queste sempre più monotone per via delle possibili fusioni).
Uno dei mezzi più potenti dell’informazione, la televisione, ha raggiunto livelli di faziosità e spettacolarizzazione delle tragedie tali da rendere le notizie prive di oggettività e di senso critico. Gli omicidi, i disastri ambientali, la corruzione, sono mercimonio dei soliti programmi da salotto (che conosciamo tutti), i quali esasperano così tanto l’informazione da svuotarla completamente della sua essenza, quella di informare prima di tutto. L’oggettività non è più un canone indispensabile per chi ha il compito di informare, in quanto il sensazionalismo fa vedere più copie o fa aumentare di gran lunga gli ascolti.
Poi dopo tutta questa digressione si va a vedere lo stato di libertà della stampa nostrana e si ritorna alla cruda verità: L’Italia è al 73 posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa del 2015, tra i peggiori paesi europei. Forse prima di guardare i problemi della Turchia sarebbe importante risolvere i nostri.
Italia al 73° posto 2015 World Press Freedom
Carlo Liotti