Venerdi 11 e sabato 12 marzo ci si è potuti calare,alla sala Tripcovich di Trieste, in una full immersion nel periodo del massimo splendore della storica formazione musicale i “Pink Floyd”,durante la fine degli anni ’70.Erano di scena infatti i Pink Over,cover band “Made in Trieste” del noto gruppo Britannico,composta da Federico Mreule(Chitarra e voce) Dario De Grassi (Tastiere e organi) Michele Zabucchi (Chitarra e Voce) Samuele Orlando (Tastiere e voce) Alessandro Conte (Batteria) Francesco Cainero (Basso) Stefano Ropele (Percussioni acustiche e programmate),e dalle coriste Elena Vinci,Alexia Pillepich ed Elisa Ritossa.Hanno proposto il “Trittico Show” dove ripercorrevano i capolavori di Roger Waters & Co.Nella serata di sabato ho potuto assistere a una vero e proprio Flash Back dell’album “The Wall”.Oltre 2 ore di concerto,nel quale la Band eseguiva alla perfezione i brani del mitico album del 1979 con il supporto di uno schermo che mandava in onda i relativi video clips,in un clima che davvero ricordava quegli indimenticabili momenti.
The Wall -Il Muro- ha un significato ben piu’ ampio delle sole note musicali;significava abbattere i muri delle cosiddette convenzioni sociali,dell’educazione scolastica vista come un imposizione dall’alto,dell’urgente bisogno di essere “moralmente e politicamente corretti”,di salvare le apparenze.I due martelli, simbolo di quell’album ,era un invito ad abbattere questo “Muro” ( quindi ragionare con la propria testa ) che ,come appare nei video clips,diventa circolare fino ad imprigionarci totalmente. Nel 1979,in pieno periodo di contestazioni sociali in tutto il modo,il messaggio di questo LP fu molto forte verso i giovani,diventando in svariate occasioni uno slogan-BREAKING THE WALL!-.
Sono passati 37 anni ma credo che il messaggio sia ancora piu’ che attuale,in un momento in cui oltre i muri in senso lato ,stanno sorgendo anche tanti muri in senso stretto.Oggigiorno i giovani e la gente in generale è racchiusa da barriere di tutti i tipi,fomentata da una buona parte dei Mass Media che non fanno altro che da portavoce delle Grosse Potenze economiche spesso nascoste sotto ideali politici,culturali e credi religiosi.Si ha quasi paura di abbattere queste barriere,poichè è opinione comune che uscirne fuori vuol dire abbondonare la “Normalità” ed essere considerati alla stregua di reietti.I nostri nonni e antenati hanno combattuto durante il secolo scorso guerre sanguinose provocate da terribili dittature con il sogno di un Mondo Migliore e in nome della Democrazia.
Quest’ultima parola,infatti è molto in uso ultimamente,probabilmente usata ,anzi”abusata” dagli Organi di Potere per poter fare i loro interessi comodamente e “legalmente”,ma spesso non si capisce il vero significato che deriva dal Greco Antico e vuol dire “Governo del Popolo”. I risultati di anni di lotte e di proteste non hanno sortito gli effetti sperati alla luce di quanto sta succedendo attualmente nel mondo,pertanto credo che si dovrebbe,ancora,pensare e cantare col cuore e con la mente “BREAKING THE WALL!”
Andrea Forliano