Questa sera, con inizio alle ore 21.00, il Centro di arte e cultura di Cittadella (PD) ospita un laboratorio artistico su un prototipo creato da Franz Chi, uno dei sei artisti protagonisti della collettiva “Visioni” organizzata da Adolfina De Stefani e inaugurata il 12 marzo scorso. Nel corso della serata i partecipanti saranno chiamati a interpretare cromaticamente un prototipo realizzato dall’artista appositamente per l’evento, ossia una sequenza di teschi in terracotta. Lo scopo è quello di esorcizzare il tema della morte, attraverso un’azione collettiva di coinvolgimento di artisti o amanti dell’arte, che avranno la possibilità di interagire con interventi pittorici o incisioni.
La decorazione di teschi, realizzati da Franz Chi per la mostra “Visioni”, si riallaccia alla cultura azteca e prende spunto inconsapevolmente dalla tradizione della Calaveras, diffusa in Centro America ed in particolare in Messico, che consiste nella raffigurazione di un teschio o di uno scheletro usata come decorazione durante il festival del Giorno dei Morti, e dalle “danze macabre” dell’Europa medievale. La raffigurazione di uno teschio spogliato della carne rappresenta la triste e inevitabile fine, ma contemporaneamente celebra il legame con i defunti, esorcizzando la morte con colori più o meno vivaci, una morte per niente spaventosa ma assolutamente vitale.
Franz Chi ha lavorato come art director, tra Padova e Milano, per più di dieci anni e poi nella moda per altri dieci. Il suo approccio all’arte può definirsi “antropologico”: con le sue opere cerca di riscoprire quel rapporto diretto tra uomo e natura che la società dei consumi tende a rimuovere. In una società in cui tutto è mercificato, l’artista vuole evocare la drammaticità di una contraddizione fondata sul consumo, che trasforma l’uomo “artefice” in essere artificiale che rinuncia alla propria “humanitas”. Le sue installazioni, sculture di ibridi umanoidi dai volti bionico-meccanici, utilizzano ceramica e materiali di recupero assemblati tra loro senza l’ausilio di saldature.
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