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MARTEDÌ 22 marzo  IL “DECAMERONE” DI STEFANO ACCORSI TEATRO VERDI GORIZIA

MARTEDÌ 22 marzo IL “DECAMERONE” DI STEFANO ACCORSI TEATRO VERDI GORIZIA

Dopo il tutto esaurito registrato da Ale e Franz, la stagione artistica 2015/2016 del Teatro Verdi di Gorizia prosegue con un altro grande personaggio: martedì 22, alle 20.45, Stefano Accorsi sarà il protagonista del penultimo appuntamento con la Prosa, ovvero “Decamerone vizi, virtù e passioni” del Nuovo Teatro. Attore, regista e drammaturgo, Marco Baliani ha costruito per Accorsi, attore che vive sempre più la sua professione tra palcoscenico, cinema e televisione, uno spettacolo in cui si dipana il mistero della vita stessa, un’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza, facendo scoprire al pubblico che “il re è nudo” e che per liberarci dalla “peste” dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, perché le storie servono a rendere il mondo meno terribile. Uno spettacolo in cui un classico come il Decamerone di Boccaccio dimostra tutta la sua attualità. Per informazioni e biglietti il botteghino del Teatro è aperto in corso Italia da lunedì a sabato dale 17 alle 19.

Un carro-furgone è parcheggiato sul palcoscenico: si tratta della “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a rappresentare l’opera. Proprio la modularità del carro favorirà la realizzazione scenica di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni. Una grande passione anima gli attori, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, tanto che si alterneranno in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale. “Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un po’ di tempo, l’alito della morte. Finché si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo”, si legge nelle note di regia. Nel Decamerone Firenze è appestata, servono quindi storie che facciano dimenticare: “Storie di amori erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda. Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi a essere appestato è il nostro vivere civile. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti”.

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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