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Bosco di Capodimonte: vecchi sistemi e nuove delusioni nella gestione dell’importante polo mussale e sito naturalistico di Napoli

Bosco di Capodimonte: vecchi sistemi e nuove delusioni nella gestione dell’importante polo mussale e sito naturalistico di Napoli

Gli abitanti del quartiere di Capodimonte e della città metropolitana, oltre a diverse associazioni, comitati di base e realtà operanti sul territorio, uniti nel coordinamento “Giù le Mani dal Bosco!”, sono da mesi impegnati in una campagna di sensibilizzazione circa le sorti di uno dei luoghi emblema della città, nonché il suo più importante polmone verde, il Bosco di Capodimonte.

“Giù le mani dal Bosco!” chiede trasparenza e coerenza alle istituzioni che si occupano della gestione del Parco di Capodimonte, e promuove la condivisione e la partecipazione popolare nelle scelte che lo riguardano. Ecco perché negli ultimi mesi, dopo una breve visita di presentazione, il coordinamento ha tentato di incontrare il nuovo direttore del Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, allo scopo di instaurare una concreta collaborazione in termini di trasparenza e gestione partecipata degli abitanti, rispetto alle tematiche ambientali e sociali legate alla vita del Bosco.

imageNella giornata di mercoledì 30 Marzo era stato fissato un incontro, congiuntamente con il sindaco Luigi de Magistris, per la presentazione e la firma di un protocollo d’intesa in materia d’informazione e partecipazione sulle tematiche legate al Bosco di Capodimonte e alle iniziative ad esso correlate. In realtà questo sarebbe stato il secondo incontro, visto che al primo, svoltosi il 10 febbraio scorso presso Palazzo San Giacomo, in presenza del sindaco, del vicesindaco e dell’assessore Piscopo, il direttore non presenziò né tantomeno giustificò la sua assenza.

Anche questa volta purtroppo a poche ore dall’atteso incontro, veniamo a conoscenza dell’ennesimo rifiuto da parte del direttore ad incontrarci; rifiuto motivato dall’incomprensibile ragione della “mancanza di aggiornamenti” circa la situazione all’interno del Bosco. Il nuovo direttore, forse più assorbito dalla notevole campagna mediatica posta in essere per pubblicizzare le sue iniziative, ahinoi tesa all’ottenimento di un facile consenso piuttosto che alla puntuale informazione, continua a non mostrare interesse verso le istanze e le necessità di coloro che quotidianamente vivono ed attraversano il territorio e il Bosco di Capodimonte.

All’annuncio di un “Giardino delle delizie” restituito alla città e del ritrovato “Belvedere” corrisponde una potatura killer che ha brutalmente capitozzato oltre 50 alberi sani, così come si sono stati recentemente abbattuti oltre 100 alberi nel nome della “messa in sicurezza” che di fatto significa solo interdire l’accesso a tantissime aree e il depauperamento del patrimonio arboreo con interventi selvaggi. Così come scellerata ed improvvisa è stata la decisione della cessione, seppur momentanea, della “Flagellazione” del Caravaggio, quadro tra i più preziosi ed importanti di quelli visibili a Capodimonte, in uno dei periodi più caldi per il turismo in città.

Alle critiche mosse a seguito della visita di Franceschini, rispetto agli scarsi collegamenti tra la città e Capodimonte, viene annunciata in risposta l’attivazione di una navetta, la cui fruibilità è assicurata alla modica cifra di €14 con ticket.

Restano sempre aperte le questioni relative ai barbacani, alla messa in sicurezza dei viali, l’inagibilità dei servizi pubblici, presenti ma chiusi da anni, il perenne avanzare delle zone rosse, cioè non accessibili, attualmente oltre i due terzi del bosco sono interdetti, ed infine la totale assenza di trasparenza circa i progetti futuri che interesseranno il Bosco ed il Museo.

Gli incontri negati, il confronto mai accettato e le iniziative volte al turismo mordi-e-fuggi che prestano il fianco alle politiche speculative finora messe in campo dai suoi predecessori, dimostrano e confermano l’idea che quello che sta vivendo il Bosco di Capodimonte sia un commissariamento di fatto, in teoria più efficiente ma in pratica più autoritario e a rischio di errori; e questo in un momento in cui i commissariamenti, in diversi settori, diventano lo strumento per scavalcare la volontà di gestione dal basso degli abitanti della città e delle istituzioni locali. Ciò che sta accadendo a Capodimonte é un riflesso delle modalità di gestione dei territori, tutto rivolto verso una gestione privatistica ancora più feroce di quella della sovrintendenza, così come accade in maniera molto più evidente e scellerata col commissariamento di Bagnoli.

Pertanto invitiamo tutte/i coloro che hanno a cuore le sorti del bosco di Capodimonte e del suo inestimabile patrimonio naturalistico/artistico, a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà in data 11 aprile dalle ore 13.00, e che sarà anticipata da un presidio informativo stabile all’esterno del Parco. Il coordinamento, intanto, continuerà a intrattenere un dialogo aperto con le istituzioni, invitando il direttore Bellenger a rispondere pubblicamente in seno all’assemblea di quanto fin qui riportato.

Il coordinamento Giù le mani dal bosco

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