40 ANNI DAL TERREMOTO
6 MAGGIO 1976 / 6 MAGGIO 2016
La vulnerabilità è al centro dell’indagine della XII edizione del festival vicino/lontano di Udine, in programma da giovedì 5 a domenica 8 maggio 2016. Non poteva mancare quindi un articolato percorso dedicato al tragico sisma che sconvolse il Friuli la sera del 6 maggio 1976, data scolpita nella memoria di tante generazioni. “KAOS 76: la notte che cambiò il Friuli” titola la mostra che si aprirà proprio domani, venerdì 6 maggio, all’ora della scossa (le 21 circa) con l’installazione – racconto del terremoto che ha segnato la fine di “un” mondo. A quarant’anni esatti dal sisma del 1976, si inaugura dunque all’ex Cinema-Teatro Odeon di Udine, riaperto anche quest’anno in occasione di vicino/lontano, la mostra curata da Luigi Montalbano e Alessandro Verona per vicino/lontano 2016 con il Conservatore dei Civici Musei Silvia Bianco, promossa dal Comune di Udine – Civici Musei e dalla Regione Friuli Venezia Giulia per l’organizzazione di vicino/lontano. La mostra include video e audio originali, fotografie, copertine di giornali e interviste, in un racconto dinamico che farà rivivere anche emozionalmente il tragico evento e le sue conseguenze. D’altra parte la storia del Friuli è stata segnata in maniera indelebile dal terremoto del 1976 e dal modo in cui questa comunità ha gestito e vinto la sfida della ricostruzione. La mostra crea una sequenza fatta di luci e ombre, suoni e immagini che svelano lentamente l’allestimento. Si parte dall’audio originale della scossa principale che si ascolterà nel buio della sala, per passare alle prime immagini notturne catturate nei luoghi della tragedia; a seguire, i primi commenti a caldo dei principali sistemi d’informazione del tempo fino a che le luci illumineranno la sala svelando l’allestimento nella sua interezza. Il crescendo espositivo raccoglie anche alcuni contributi dei radioamatori dell’epoca, che supportarono l’emergenza e coordinarono l’intervento dell’esercito e delle forze dell’ordine. La mostra accompagna il visitatore in un “viaggio al termine della notte” che appartiene ad un altro secolo, anzi ad un altro millennio: un mondo analogico che, elaborato attraverso le tecnologie digitali, dà forma e vita ad un’installazione multimediale. Il percorso espositivo accosta il patrimonio fotografico dei Civici Musei di Udine ai materiali forniti da Associazione dei Comuni terremotati, Associazione Radioamatori Italiani di Udine, Biblioteca Civica “V. Joppi”, Brigata Alpina Julia, CRAF, Cineteca del Friuli, Istituto Luce, Vigili del Fuoco di Udine, Rai.
A vicino/lontano la ricorrenza del sisma sarà anche un’occasione per mettere a confronto il cosiddetto “modello Friuli” con le diverse esperienze di ricostruzione in Italia – dal Belice all’Aquila: ne converserannosempre domani, venerdì 6 maggio (ore 18, Chiesa di San Francesco) l’architetto Giovanni La Varra, docente di Progettazione Architettonica all’Università di Udine, con Bartolomeo Pietromarchi, docente al Master of Art della LUISS, curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2013 e Andrea Tagliapietra, docente di Storia della filosofia all’Università San Raffaele di Milano. La ricostruzione post terremoto in Italia – o per meglio dire le diverse logiche delle ricostruzioni in Belice, Friuli, Irpinia, Marche, Umbria e infine a L’Aquila – sono una straordinaria metafora del rapporto tra architettura e politica in Italia. Di volta in volta, le differenti ricostruzioni hanno mostrato in maniera evidente i limiti e le ossessioni di un rapporto tra le logiche del costruire e quelle del governare, mettendo in luce paradossi, ideologie, ambiguità. Rileggere i paesaggi delle diverse ricostruzioni è una chiave possibile per descrivere come, se pure in condizioni di emergenza, politica e architettura si siano confrontate, nel nostro paese, sempre in termini emotivi, esaltando le reciproche debolezze e contraddizioni.
Subito dopo, alle 19.30, sempre nella Chiesa di San Francesco vicino/lontano 2016 ospiterà la presentazione in anteprima del volume “La notte che il Friuli andò giù” edito da Bottega Errante. Interverranno Pierluigi Di Piazza, Gian Paolo Gri, Maurizio Mattiuzza, Paolo Medeossi e Antonella Sbuelz. La letteratura ha anche il compito di costruire un immaginario, di provare a narrare le emozioni, le contraddizioni, i dolori di quel 1976. Dai testi più “politici” ai più poetici, dalle testimonianze dirette alle riflessioni: scrittori, giornalisti, critici e musicisti ripercorrono che cos’è stato il terremoto. Un canto collettivo, corale, popolare, che ci riporta dentro la notte del 6 maggio 1976. Nel corso dell’evento sarà proiettato il cortometraggio 1976 di Alessandro Venier con Fabiano Fantini.
Il programma e altri dettagli su http://www.vicinolontano.it/edizione-2016/calendario