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ELIO E LE STORIE TESE: LA POTENZA E LA PROFESSIONALITA’ DELLA BAND ( …E LO HUMOR ) HANNO INFIAMMATO LA PIAZZA DI MANIAGO

ELIO E LE STORIE TESE: LA POTENZA E LA PROFESSIONALITA’ DELLA BAND ( …E LO HUMOR ) HANNO INFIAMMATO LA PIAZZA DI MANIAGO

Ridimensiona di_DS38694Musicisti? Comici? Artisti? Saltimbanchi? Tutto questo (e molto altro ancora) moltiplicato all’ennesima potenza: loro sono Elio e le storie tese! Come definirli esattamente? Dicevamo: Musicisti? Senz’altro si, e dotati di tecnica sopraffina; Comici? Indubbiamente, lo si evince chiaramente (senza bisogno di sforzo alcuno) sia dai testi dei loro brani che da quanto propongono dal vivo; Artisti? Certamente, in ogni caso un repertorio come il loro – piaccia o no – è sicuramente un prodotto artistico (e pure di livello elevato); Saltimbanchi? Con Mangoni sul palco – il (non) componente della band che pur non suonando alcun strumento è un’icona di EelST con la sua verve, la simpatia ed i travestimenti – e considerando che ogni data di un live della band è un po’ come l’arrivo del circo in città, si può asserire senza tema di smentita che anche il temine saltimbanchi calzi a pennello.

Questi sono Elio e le Storie Tese, possono non piacere per la presupposta mancanza di serietà di testi ed esibizioni (e infatti proprio per questo sono da molti bistrattati) ma sono osannati da un seguito di fan che riempie sempre i loro concerti. La tappa di Maniago non ha fatto eccezione, complice anche l’ingresso gratuito, con Piazza Italia letteralmente gremita di pubblico, circa 6.000 persone che non hanno voluto mancare all’appuntamento in regione con la band milanese.

La serata, promossa dalla Pro Maniago, con il sostegno di sponsor locali e l’organizzazione di Azalea Promotion (oramai una presenza costante nell’organizzazione di eventi musicali sia di massa che di nicchia), è iniziata già nel tardo pomeriggio con il concerto-aperitivo “Aspettando gli Elii” che ha via via gremito la piazza fino all’arrivo sul palco della band Elio e le Storie Tese, accolti con un boato da stadio. Partenza con un classico: Servi della gleba, che ha messo subito in evidenza il sound “potente” che da sempre contraddistingue la band e la voce di Elio (all’anagrafe Stefano Belisari), l’eclettico frontman del gruppo, coadiuvato nel monologo di Servi della gleba da “Faso” (il bassista Nicola Fasani). A proposito di voce, una citazione particolare la merita pure Paola Folli, la vocalist del gruppo dotata in una versatilità unica e di una fortissima personalità. Notevole anche la chitarra di Cesareo (Davide Civaschi), forse un po’ più defilato dal resto della “allegra combriccola” per quanto riguarda la goliardia e più concentrato sullo strumento. Dopo la dipartita dalle esibizioni dal vivo di “Rocco Tanica” il posto di tastierista (oltre a voce e chitarra) è passato a Vittorio Cosma, importante il suo contributo al sound della band come pure quello di Antonello Aguzzi, pure lui alle tastiere.

“Faso”

Si prosegue con un altro successo: Il vitello dai piedi di balsa ed il reprise mentre Mangoni ha già fatto la sua comparsa sul palco in una delle sue innumerevoli incursioni, applaudito – secondo un sondaggio del pubblico effettuato sul momento da Elio – più della band stessa!

Elio e Mangoni

La scaletta prevede ancora brani che hanno facile presa sul pubblico, composto oltre da chi era giovane negli anni ’80 anche da una buona parte di teen agers a riprova che la musica degli Elii è sempre giovane (la band è in attività dal 1980, ndr); scorrono così Mio cuggino, Ritmo sbilenco, TVUMDB, e El pube. Anche ai profani apparirà chiaro fin dai titoli che i testi dei brani sono ricchi di umorismo e nonsense, l’umorismo che fa si che il gruppo si diverta nelle esibizioni dal vivo improvvisando continuamente gag e battute con il pubblico ma anche fra loro stessi.

Il concerto prevede una parte dedicata alla disco music ed il batterista Christian Meyer (di origini svizzere), impersonando il “dj Mendrisio”, presenta fra l’ilarità del pubblico un pezzo da lui ideato: un improbabile mix di dance e musica tipica svizzera del Cantone di Appenzell (fra l’altro con un risultato pure gradevole).

dj Mendrisio

Spazio quindi al Pippero, dove Elio riesce a far ruotare le dita a tutto il pubblico (dal testo del brano, ndr), per poi chiudere la parentesi disco con Born to be Abramo. E’ il momento del rock, probabilmente la parte più congeniale alla band, che con Rock and Roll accende letteralmente il pubblico mentre Mangoni si presenta sul palco in versione “Elvis”. Seguono Primo giorno di scuola, Uomini col borsello e Parco Sempione, quest’ultima molto trascinante e cantata in coro dal pubblico sempre più coinvolto dall’energia degli Elii.

Le incursioni di Mangoni:


Altro pezzo storico della discografia della band: Supergiovane, quasi un inno, come il brano che solitamente chiude le esibizioniRidimensiona di_DS38836 di Elio e le Storie Tese: Tapparella, entrambi fra i più conosciuti ed apprezzati dai fan della band milanese che hanno tributato loro un lungo applauso alla fine di un concerto carico di energia ma anche di eccellenti prestazioni strumentali e canore.

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La scaletta del concerto

Recensione e foto: Dario Furlan

About Dario Furlan

Fotografo free lance e giornalista pubblicista. Segue da anni il panorama musicale internazionale - ma anche locale - con particolare predilezione per quanto riguarda il rock (in tutte le sue derivazioni), il folk ed il blues nonché la musica in lingua friulana. Cultore di "motori e rally", dei quali vanta una conoscenza ultradecennale, è anche atleta nella disciplina ciclistica della mountain bike.

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