Scritto e diretto da Peppe Fonzo, si può considerare una vera e propria prova d’attore. Luigi Credendino, è all’altezza dello studio e della fatica dei personaggi tragicomici che popolano la tradizione teatrale partenopea da Eduardo a Ruccello.
La messa in scena si è confrontata con una drammaturgia audace, e ben riuscita, capace di riattualizzare una Filumena Marturano che diventa simbolo del patos senza differenza di genere, ceto o tempo.
Universalità e disincanto, monologhi e soliloqui, semplicità e complicità. Nessun eccesso nel testo e nell’interpretazione, solo tanto talento che viene fuori se si è ben diretti e che prende forma se si studia profondamente. Un solo uomo fra pochi oggetti e qualche taglio di luce ben pensato, eppure dal teatro si va via convinti di aver visto personaggi, luoghi, situazioni che pulsano per giorni.
Anita Laudando