Purtroppo sono arrivato a concerto già iniziato, quando il primo dei due gruppi di spalla, gli Smash into Pieces, avevano già finito e stavano già suonando i Sonic Syndicate (a proposito sono stati puntualissimi, non come succede di solito che cominciano a suonare con dei ritardi inverosimili neanche fossero un convoglio di trenitalia) e devo dire che sono stati proprio una bella sorpresa. Spiccava soprattutto una tenuta del palco pazzesca, col cantante ch’è davvero un animale da palcoscenico e non stava mai fermo e col bassista e il chitarrista che pure si muovevano alla grande sui loro strumenti essprimendo vera musica metal.Il pubblico era sempre e costantemente coinvolto e prima degli ultimi pezzi anche quelli rintanati sul fondo della sala, seduti sulle poltrone sono stati chiamati in causa con uno sfottò in prefetto stile metal, dove il gruppo non le manda a dire al pubblico, che gli risponde per le rime. La loro esecuzione è stata molto pulita e precisa, senza assoli o virtuosismi particolari, ma sempre carica dall’inizio alla fine.
Dopo i Sonic Syndicate, che hanno suonato a lungo ed è stata anche questa una piacevole sorpresa, è arrivato il turno degli Amaranthe . Gli Amaranthe sono un supergruppo svedese di metal melodico formato da membri appartenenti a varie band metal (Dreamland, Dream Evil, Dragonland, Nightrage, Cipher System, Within Y, The Cleansing, Koldborn, Mercenary, Engel) guidata dalla bellissima Elize Ryd (classe 1984) molto popolare anche grazie alle sue performance con i Kamelot, sia dal vivo che in studio e grazie alle collaborazioni con molti gruppi svedesi. Fin da subito mi sono sembrati molto calati dentro i loro personaggi un po’ patinati (la patina e il metal a mio avviso viaggiano su binari diversi) e sul palco erano un po’ legati rispetto ai Sonic. È vero che muoversi in 5 su un palco ristretto come quello del Miela, è più difficile che muoversi in 3 (rispetto ai Sonic gli Amaranthe hanno due voci in più), ma è stata anche una questione di stile, che veniva fuori a tratti in movenze quasi leziose e in generale più adatte ad un gruppo pop che ad uno rock, non dico metal poi! La cantante in particolare se pensa di tenere il palco facendo la figa, deve avere un concetto del metal molto diverso dal mio e lascia pure che sia melodico.
Quasi nulla da eccepire sull’esecuzione molto precisa e pulita (meticolosità scandinava!), anche questa come quella dei Sonic senza virtuosismi di rilievo tranne il bell’assolo di batteria più o meno a metà del concerto. Unico neo, ma nulla di che in fin dei conti, due stecche della cantante, che ha una gran bella voce, ma non un fiato che la sostiene sempre e soprattutto negli acuti non arriva proprio dove vuole, quindi deve starci attenta.Solo verso la fine è arrivato un teatrino degno di un concerto metal, in cui un membro del gruppo- credo fosse il bassista- ha mandato a dar via il culo il pubblico che gli rispondeva a tono, il tutto nel gioco delle parti e dei ruoli, non che qualcuno si fosse incazzato sul serio. Quel momento è stato il preludio al ritorno sul palco del gruppo e alla conclusione del concerto, secondo me durato troppo poco rispetto al tempo concesso ai gruppi di spalla.
L’aspetto più importante della serata è stata la risposta del pubblico che sebbene poco numeroso ha partecipato dall’inizio alla fine facendo sentire in pieno il suo sostegno e il suo entusiasmo ai gruppi. Nel complesso, a parte le mie opinioni e i miei gusti personali, la serata è stata molto piacevole, tanto che avrebbe meritato spazi più ampi e un pubblico ben più numeroso. D’altronde in questi casi, cioè quando si ha a che fare coi generi di nicchia, non si può pretendere lo stadio pieno tutte le volte, anzi bisogna ringraziare le associazioni come Trieste is Rock che si smazzano e riescono a portare qui in città gente interessante e gruppi internazionali.
Volendo sintetizzare, un gruppo come i Sonic Syndicate dà il meglio di sé sul palco, mentre gli Amaranthe rendono molto di più in studio di registrazione.
Il corrispondente Luca Monna